(ANSA) - BRUXELLES, 27 MAR - I sessantenni che vivono in
condizioni socioeconomiche svantaggiose invecchiano più
velocemente e perdono fino a 7 anni di vita. E' quanto emerge da
una ricerca di 'Lifepath', un progetto finanziato dalla
Commissione europea per individuare i meccanismi biologici alla
base delle differenze sociali nella salute.
Lo studio, a cui ha partecipato anche l'Università degli
Studi di Torino, è stato condotto su 109.107 uomini e donne di
età compresa fra i 45 e i 90 anni, provenienti da Europa (Italia
inclusa), America Latina, Africa, Asia e Stati Uniti.
"Il nostro studio conferma che le avversità socioeconomiche
sono un potente fattore di rischio che può avere un impatto
molto intenso sulla qualità dell'invecchiamento", dice Silvia
Stringhini, ricercatrice all'University Hospital di Losanna, in
Svizzera, e coordinatrice dello studio. "Ricerche precedenti
avevano mostrato che diversi fattori di rischio, inclusa la
condizione socioeconomica, tendono ad accumularsi negli stessi
individui. I nostri risultati, invece, ci suggeriscono che
l'associazione fra un basso profilo occupazionale e il calo
nella qualità dell'invecchiamento non è dovuta ad altri fattori
di rischio".
Secondo la ricerca, uomini di 60 anni che vivono in
condizioni precarie (per esempio, svolgendo lavori manuali)
hanno lo stesso livello di funzionalità fisica di uomini di 66,6
anni con condizioni economiche sono migliori. Nelle donne questo
calo è di 4,6 anni. L'invecchiamento precoce dovuto alle
condizioni economiche sfavorevoli è paragonabile agli effetti
negativi sulla qualità della vita dovuti all'obesità, al diabete
e alla scarsa attività fisica, ed è invece maggiore rispetto
agli effetti di ipertensione e consumo di tabacco.
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Salute: studio Ue, la povertà accelera l'invecchiamento
Gli svantaggiati perdono 7 anni di vita rispetto ai benestanti