(ANSA) - POMPEI, 15 FEB - Pompei vince la sfida. I fondi
europei del 'Grande progetto Pompei' per il restauro e la messa
in sicurezza sono ben spesi e il mondo prende lezioni. I
maggiori musei chiamano il direttore generale del parco
archeologico della Valle del Vesuvio, Massimo Osanna,
chiedendogli di spiegare come spendere i soldi di Bruxelles e
trasformare una storia di degrado in successo, di simbolo di
crolli e abbandono in luogo di rinascita e sviluppo.
Otto anni fa il crollo della Schola Armaturarum aveva portato
all'attenzione del mondo intero le fragilità del patrimonio
Unesco, diventato tale per essere stato custodito attraverso i
millenni dalla coltre di lava e lapilli della devastante
eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. E la città romana rimasta
intatta nella sua drammatica bellezza di edifici e affreschi,
utensili e ori, resti delle vittime pietrificati nei loro ultimi
momenti di vita, avrebbe potuto polverizzarsi sotto gli insulti
del tempo e dell'incuria umana.
Così, il crollo della Schola Armaturarum divenne un richiamo
alla responsabilità per l'Europa intera che stanziò fondi
straordinari per salvare questa valle unica della storia
dell'umanità. Il Progetto per la tutela e la valorizzazione
dell'area archeologica di Pompei (Grande Progetto Pompei) è
stato finanziato dalla Commissione Europea a partire dal 26
gennaio 2012 quale Grande Progetto Comunitario finanziato dalle
risorse del Programma Operativo Interregionale Attrattori
culturali, naturali e turismo FESR 2007-2013 (POiN) e in seguito
dalle risorse del Programma Operativo Nazionale Cultura e
Sviluppo FESR 2014-2020 (PON).
L'importo complessivo - gestito con trasparenza e uno
straordinario controllo da parte di una struttura costituita ad
hoc per la parte degli appalti - era di 105 milioni di euro
(cofinanziamento Ue: 75%, quota nazionale: 25%). Sono stati 76
gli interventi finanziati, di cui 69 conclusi.
"Siamo più che soddisfatti del lavoro finora realizzato a
Pompei, grazie anche al sostegno dell'Unione Europea con il
Grande progetto Pompei", è la valutazione di Massimo Osanna,
direttore del Parco Archeologico di Pompei. "Parliamo - spiega -
di 37 domus restaurate e riaperte al pubblico negli ultimi due
anni, di interi quartieri e reti viarie messe in sicurezza e
restituite alla pubblica fruizione, di un'attività di
monitoraggio costante del sito, di mostre per la prima volta
portate all'interno dell'area archeologica" e quello che è stato
conseguito "è il risultato anzitutto di un riuscito lavoro di
squadra interdisciplinare, ma è anche espressione del buon
funzionamento di una macchina amministrativa adeguata, che ha
visto le istituzioni (tra cui l'Ue), unite a più livelli verso
un obiettivo comune".
Senza questa intesa, aggiunge il direttore del Parco, "non si
sarebbe riusciti a gestire un patrimonio di così grande valore e
in maniera così proporzionata alle esigenze, riuscendo a
finalizzare gli interventi". Una attività di "salvaguardia e
valorizzazione che è stata premiata dall'incremento dei
visitatori che quest'anno hanno sfiorato i 3 milioni e 500 mila,
con un 8% in più rispetto allo scorso anno. Un successo per gli
scavi, ma con un'importante ricaduta sul territorio, che
inevitabilmente beneficia della maggiore presenza di turisti, e
dunque sul suo rilancio".(ANSA).
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L'Europa aiuta Pompei e il degrado diventa rinascita
Direttore Parco Archeologico,il successo di un lavoro di squadra