(ANSA) - BRUXELLES, 1 DIC - L'industria italiana delle
biciclette guarda con il fiato sospeso a Ginevra, dove si sta
negoziando con la Cina un accordo che potrebbe lasciare senza
alcuna protezione il mercato nazionale rispetto ai prodotti
d'importazione provenienti da questo Paese. Sono le due ruote,
ma non solo, a tenere infatti ancora aperto l'esito della
trattativa per raggiungere un accordo che riduca a zero i dazi
per gli scambi commerciali dei cosiddetti 'beni ambientali'. La
definizione abbraccia una lista di oltre 300 prodotti
considerati 'amici' dell'ambiente: dai pannelli solari ai
macchinari per il riciclo, dai materiali per l'isolamento e
l'efficienza energetica ai filtri per pulire aria e acqua.
Il negoziato dura da due anni, coinvolge i ventotto paesi
dell'Ue più altri sedici (tra i quali Usa, Cina e Canada) che
insieme rappresentano una quota pari al 90% degli scambi
mondiali di questi beni. Questa settimana a Ginevra, nella sede
dell'Organizzazione mondiale del commercio (Wto), è in corso un
un incontro decisivo per raggiungere un'intesa.
Quindici sono i prodotti controversi. Tra questi, l'Ue vuole
mantenere protezione sulle biciclette per evitare l'invasione di
velocipedi cinesi che costano circa il 50% in meno di quelli
europei. "Pechino vuole le bici nella lista - riferiscono fonti
comunitarie - ma si protegge quando si parla di componenti per
farne di migliori, come la fibra di carbonio".
Un accordo potrebbe arrivare in questi giorni per essere
suggellato nel fine settimana dai ministri dei Paesi coinvolti.
"Come Ue abbiamo la lista dei prodotti da tutelare più corta di
tutti gli altri partecipanti al negoziato - conclude la fonte -
e ci stiamo battendo per un'intesa che però non è
scontata".(ANSA).
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Braccio di ferro tra Ue e Cina su dazi zero per biciclette
In ambito negoziato a Wto Ginevra. Italia minacciata