(ANSA) - BRUXELLES, 3 FEB - Le proposte di concessioni fatte
da Tusk alla Gran Bretagna, che il portavoce della Commissione
europea definisce "tagliate su misura" per rispondere alle
richieste di David Cameron, sono "in odore di discriminazione"
per le limitazioni all'accesso al welfare e preoccupano molti
paesi dell'est, dalla Polonia alla Lituania, dalla Repubblica
Ceca alla Bulgaria.
Da Parigi fonti del governo francese, secondo il sito
'politico.eu', osservano che "se si dice che ci saranno due
diversi set di regole finanziarie, significa che la Ue si divide
in due, una delle parti sarà più vantaggiosa ed il capitale vi
si trasferirà". Già ieri il deputato 'dem' Nicola Danti, amico
personale del premier Matteo Renzi, valuta che "bisogna fare di
tutto" per evitare la Brexit avvertendo però che "la Ue non può
mettere la retromarcia" e mettendo in guardia che le proposte
messe sul tavolo da Tusk "rischiano di avere conseguenze ancora
più pericolose per la Ue" della stessa uscita di Londra. Ed oggi
gli europarlamentari del Partito socialista francese di Hollande
annunciano di "non essere disposti a pagare qualsiasi prezzo per
la 'Bremain'", denunciano il rischio di "subdola riscrittura"
del Trattato di Lisbona, promettono "grande vigilanza" sul
welfare e considerano "una linea rossa invalicabile" il fatto
che l'accordo deve "garantire a tutti gli stadi" che Londra non
potrà mai porre il veto se l'Eurozona vorrà approfondire
l'integrazione.
Le inquietudini maggiori, come è già stato per la crisi dei
migranti, vengono tuttavia da est. "Discriminazione" è la parola
usata dal ministro per gli affari europei polacco, Konrad
Szymanski, per descrivere il blocco graduale per quattro anni
inserito nella proposta. "Non possiamo accettare discriminazioni
in Europa e poi Cameron offre qualcosa agli euroscettici
anti-immigrazione? Le prime tre richieste del Regno Unito (su
governance economica, competitività e sovranità) sono
accettabili, la quarta è il problema" ha detto Szymanski a
'politico.eu', aggiungendo che Londra "ha diritto di organizzare
al meglio il suo mercato del lavoro, la questione è la
discriminazione".
Su linea analoga il ministro degli esteri lituano, Linas
Linkevicius, che dà un giudizio genericamente "positivo" ma
osserva che "se l'accordo odorasse di discriminazione
sicuramente non sarebbe buono". Ed il collega ceco, Tomas
Prouza, si è detto "preoccupato" che il via libera a Cameron può
significare che tutti i lavoratori che vorranno trasferirsi in
Gran Bretagna "per i prossimi sette anni" dovranno aspettare 4
anni per vedersi riconosciuta la parità di diritti con i
lavoratori britannici. "Il meccanismo di salvaguardia è
accettabile, il dibattito cruciale sarà la durata della
riduzione della libertà di movimento". (ANSA).
Leggi l'articolo completo su ANSA.it
Brexit: paesi est in allarme per proposta Tusk
'No a discriminazioni'. Ps francese, stop a potere veto Londra