(ANSA) - BRUXELLES, 2 LUG - Mentre l'Europa trattiene il fiato
aspettando l'esito del referendum di domenica, il Governo greco
va avanti con la campagna per il 'no' e ribadisce che non è un
voto contro l'Europa e che si farà da parte se dovesse perdere.
"Rassegnerò le dimissioni se vince il sì", ha detto il ministro
delle finanze Yanis Varoufakis, probabilmente provocando un
segreto sollievo nei molti colleghi dell'Eurogruppo che in
questi mesi lo hanno aspramente criticato. Ma qualunque sia
l'esito, "la Grecia in ogni caso dovrà tornare al tavolo e
trattare su un programma di aiuto", ha detto il premier Matteo
Renzi. Il Fondo monetario internazionale li quantifica: Atene ha
bisogno di almeno 50 miliardi di euro fino al 2018, aiuti che
potranno venire solo da un nuovo salvataggio Ue-Bce-Fmi. Un
terzo piano che, in caso di vittoria del 'no', sarà "molto
difficile" da negoziare, fa sapere il presidente dell'Eurogruppo
Jeroen Dijsselbloem.
Mentre i mercati continuano a soffrire la tensione greca, con
Milano che chiude in deciso calo (-1,4%), in un nuovo rapporto
il Fmi torna sul problema dell'insostenibilità del debito
ellenico, contro cui punta il dito da mesi. Secondo i calcoli
dell'ormai morto e sepolto 'Memorandum' d'intesa con i
creditori, l'anno scorso sarebbe dovuto scendere al 128% del
pil. E invece quest'anno viaggia sulla spaventosa soglia del
180%. Per il Fondo è la certificazione che va ristrutturato, una
convinzione che il Governo Syriza aveva fin dal suo insediamento
e che ha provato a chiedere fino all'ultimo minuto. "Non
firmeremo nessun accordo senza la ristrutturazione del debito",
torna a ripetere anche oggi Varoufakis, spiegando che se vincerà
il 'si' al referendum la Grecia firmerà il piano proposto dai
creditori ma se a prevalere sarà il 'no', "riprenderemo
immediatamente le trattative".
Ma a quel punto, con un popolo che si è espresso contro i
creditori e quindi - dicono le istituzioni - contro l'Europa,
negoziare un nuovo salvataggio sarà "incredibilmente difficile"
secondo Dijsselbloem. Come farà il Governo, ancora più forte
perché legittimato da una consultazione popolare, ad accettare
un qualunque programma venga offerto dai creditori? Secondo
Dijsselbloem, Tsipras si sbaglia di grosso se pensa che potrà
negoziare un pacchetto "meno duro, più amichevole" dopo il
referendum. Perché se Syriza non poteva cedere, nemmeno loro
possono capitolare su tutto.
In queste ore, però, nessuno se la sente di alzare i toni e
guardare allo scenario peggiore. "Secondo me non uscirà
dall'euro, farà di tutto per fare un accordo", rassicura Renzi,
convinto che un'uscita "sarebbe una sconfitta politica di
tutti". Anche Juncker, che per la prima volta è sceso in campo
per contraddire le indicazioni elettorali di un Governo europeo,
oggi si è limitato a ricordare ai greci la grande responsabilità
che portano: "Aspettiamo il risultato del referendum e lo
prenderemo in considerazione, ora è il momento che i greci
decidano il loro futuro". E anche il presidente della Repubblica
Sergio Mattarella spinge ancora per il dialogo: "Auspichiamo che
la Grecia possa trovare rapidamente un'equilibrata intesa per
riavviare un percorso di stabilità e crescita nell'alveo
dell'Unione Europea, cui Atene appartiene".(ANSA).
Leggi l'articolo completo su ANSA.it
Varoufakis, con 'sì' lascio. Fmi, servono almeno 50mld
Renzi,tornerà al tavolo. Dijsselbloem, con 'no' aiuti difficili