(ANSA) - BRUXELLES, 25 FEB - La Bce procede decisa sulla
strada del Quantitative easing, confortata dai primi effetti
positivi sull'economia. Spetta però agli stati fare le "riforme
decisive", perché la politica monetaria da sola non basta. E' il
messaggio ribadito dal presidente della Bce Mario Draghi, nel
momento in cui dagli Usa il presidente della Fed Janet Yellen
lancia l'allarme petrolio: il calo dei prezzi del greggio avrà
un impatto negativo su disoccupazione e inflazione.
La maxi iniezione di liquidità nell'eurozona partirà da marzo
con acquisti sul mercato secondario da 60 miliardi di euro al
mese complessivi di securities tra pubblico e privato.
L'intenzione, ha ribadito Draghi davanti all'Europarlamento, è
continuare "sino a settembre 2016" o comunque sino a quando
l'inflazione invertirà la rotta con un "aggiustamento sostenuto"
per riavvicinarsi all'obiettivo del 2%.
A sostenere l'Eurotower nelle sue scelte c'è il fatto che, ha
sottolineato Draghi, "abbiamo già visto alcuni effetti positivi
delle nostre misure", in particolare sulle "condizioni
finanziarie sul mercato dei bond nell'eurozona" e il "calo
marcato" dei tassi dei prestiti a famiglie e imprese, oltre un
"miglioramento sensibile" della fiducia di imprese e
consumatori. Anche la dinamica dei prestiti è in continua
ripresa, con la crescita del credito nel settore privato che a
dicembre è tornata positiva per la prima volta da metà 2012.
"La politica monetaria da sola", però, ha martellato il
presidente della Bce, "non può creare crescita, può solo
determinarne le condizioni necessarie" perché "poi ci deve
essere un ambiente propizio", ossia "realizzare le riforme
strutturali necessarie". Da qui il monito per "conti pubblici in
ordine e, in particolare nell'attuale congiuntura, riforme
decisive delle strutture economiche" dei paesi dell'eurozona le
cui "economie devono diventare più resistenti". E, sul
medio-lungo periodo, passare dall'attuale sistema Ue di regole e
linee guida sulle politiche economiche nazionali a "un'ulteriore
condivisione della sovranità con le istituzioni comuni".
Intanto dagli Usa la Fed avverte che la caduta dei prezzi del
petrolio, se può essere un vantaggio per la crescita, provocherà
la perdita di posti di lavoro e un impatto anche sull'inflazione
americana. Questa, ha spiegato Yellen, è destinata a scendere
prima di risalire verso la soglia di riferimento del 2%, che
rappresenta un indicatore in base a cui la Fed deciderà il
rialzo dei tassi.(ANSA).
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Draghi, Qe finché inflazione bassa, già primi effetti
Ma bisogna fare riforme. Yellen, con calo petrolio meno lavoro