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Intesa a dieci su Tobin Tax Ue, ma è tutta da scrivere

Entro anno dettagli, via nel 2016. Dijsselbloem, mossa elettorale

Intesa a dieci su Tobin Tax Ue, ma è tutta da scrivere

Redazione Ansa

BRUXELLES - Con tempismo perfetto per le elezioni europee arriva l'accordo sulla Tobin Tax targata Ue, limitata ai dieci Paesi che hanno deciso di cooperare e pensata per colpire la finanza quanto basta a farle pagare parte del prezzo della crisi, finora sostenuto solo dagli Stati. Ma nonostante l'annuncio di oggi dia ai ministri un buon argomento contro gli euroscettici, tutti i dettagli della tassa sono ancora da scrivere, nello stesso gruppo dei dieci ci sono parecchie divergenze tanto che già un Paese del gruppo originale, la Slovenia, si tira fuori e il commissario alla fiscalità Algirdas Semeta parla di una tassa meno ambiziosa del previsto, con un percorso complicato davanti a sé. E il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, nonché ministro olandese, grida alla manovra solo "a favore delle telecamere".

I dieci Paesi che hanno aderito all'iniziativa nuova nella storia dell'Ue, cioè alla prima 'cooperazione rafforzata' sulla tassazione, sono Austria, Belgio, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Portogallo, e oggi hanno messo nero su bianco una 'road map' con la quale s'impegnano a definire una tassa comune sulle transazioni finanziarie che sostituirà quelle al momento in vigore nei singoli Stati, Italia compresa. L'impegno è di riempire l'accordo di contenuti entro fine anno, e di renderlo operativo dal 1 gennaio 2016.

Le uniche cose che al momento si sanno della prima Tobin Tax europea è che colpirà azioni e alcuni derivati, che l'applicazione sarà graduale e nella sua definizione si terrà conto dell'impatto economico. Ma per ora nulla viene detto su aliquote e basi di applicazione: la proposta che la Commissione Ue fece a febbraio 2013, cioé dopo che gli undici Paesi iniziali decisero di andare avanti da soli, prevedeva di tassare in base al principio di residenza delle parti contraenti (paga la società il cui quartier generale è in uno degli Stati che aderisce alla Tobin, indipendentemente da dove avviene la transazione), con un'aliquota dello 0,01% sui derivati e dello 0,1% su tutti gli altri strumenti finanziari. La proposta così formulata è al momento congelata, e di certo i titoli di Stato sono stati sicuramente esclusi.

Ora la palla passa ai gruppi di lavoro paralleli, che dovranno definire tutti gli aspetti cercando una sitesi tra chi, come la Germania, vuole colpire pochissimo i derivati, e chi difende i prodotti delle sue banche come la Francia. E il cammino non sarà accidentato solo in seno ai dieci, ma anche l'Ecofin sarà un'insidia, perché sebbene non possa più bloccare l'avanzamento dei lavori ha comunque il diritto di partecipazione. E il cancelliere dello scacchiere George Osborne, che teme riflessi della tassa a Londra, si è detto già pronto ad impugnare la direttiva che verrà alla Corte di giustizia Ue, portando dalla sua parte anche Svezia, Lussemburgo e tanti altri con gli stessi timori. Per questo il gruppo dei dieci proseguirà ''tenendo in considerazione le preoccupazioni degli Stati membri non partecipanti'', che puntano a far ritardare i lavori sine die. Scontenta anche la Confindustria europea, Business Europe: aumentare il costo del capitale minaccia gli investimenti e quindi crescita e occupazione, ha detto il suo direttore generale Markus J. Beyrer.

 

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