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Regioni Ue contro il modello Recovery per la coesione

Summit dei leader locali: "Noi in prima fila per gestire i fondi"

Regioni Ue contro il modello Recovery per la coesione

Redazione Ansa

MONS - Più risorse di bilancio, soluzioni sul territorio contro i cambiamenti climatici, esigenze regionali, allargamento, riforme e sussidiarietà attiva. Nella cornice della città di Mons, in Belgio, i leader dei territori di tutta Europa si sono riuniti per definire l'agenda del futuro della politica di coesione Ue. Un futuro che poggia su cinque pilastri delineati nella Dichiarazione di Mons consegnata nelle mani del premier belga, Alexander De Croo, in vista del Consiglio europeo che giovedì e venerdì riunirà a Bruxelles i leader dei Ventisette.

Il decimo Summit delle regioni e delle città, organizzato dal Comitato europeo delle Regioni (CdR) nell'anno del suo trentesimo anniversario, ha portato nella città vallona 3.500 rappresentanti locali e regionali provenienti da 59 paesi e dai cinque continenti. Un momento di confronto per fare il punto sulla strada percorsa finora e guardare alle sfide della coesione mentre cresce l'attesa per il nono report della Commissione europea che aprirà la strada alla revisione vera e propria.

In attesa del documento - in arrivo la prossima settimana - il dibattito su come riformare la politica nata per "ridurre le disparità" senza snaturarne le fondamenta è più acceso che mai. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e diversi Paesi membri spingono per un modello in stile 'Recovery' basato sulla gestione diretta dei fondi da parte dei governi. Un modello che però, è la critica dei territori, rischia di rinazionalizzare, e non decentrare, la spesa dei fondi di coesione.

"I numeri dimostrano che i fondi gestiti direttamente sui territori e dai territori vengono spesi prima e meglio di quelli gestiti attraverso programmi nazionali dai ministeri", ha incalzato il neo rieletto presidente dell'Abruzzo, Marco Marsilio, nel corso della due giorni. Sulla stessa linea anche la commissaria Ue per la Coesione, Elisa Ferreira, convinta che molti elementi strutturali vadano preservati per non "lasciare indietro nessuno", anche in vista delle Europee. A irrobustire le file di chi si oppone alla perdita del controllo dei fondi Ue da parte dei territori è anche il presidente del Comitato europeo delle Regioni, Vasco Alves Cordeiro che nella prima giornata di summit ha promosso l'Alleanza Ue per la coesione, un appello congiunto alle istituzioni comunitarie e ai governi nazionali per una "politica rinnovata post-2027 che non lasci nessuno indietro".

E dai territori arriva anche un appello per l'Ucraina. Dopo il via libera di Bruxelles ai 50 miliardi dello strumento di sostegno finanziario per Kiev, l'Alleanza Ue delle regioni e delle città per la ricostruzione di Kiev ha adottato nel corso della due giorni 17 raccomandazioni per un approccio più "decentrato" alla ricostruzione, che lasci spazio alle autorità locali su come gestirla.
   

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