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Stop rinnovabili in Sardegna, mozione Pd è 'chiamata alle armi'

Promossa iniziativa straordinaria in Consiglio e a Roma

Redazione Ansa

(ANSA) - CAGLIARI, 03 MAG - Contro l'assalto e la speculazione delle multinazionali dell'energia rinnovabile in Sardegna i gruppi di maggioranza in Consiglio regionale danno manforte alla giunta regionale di Alessandra Todde che ha appena approvato un disegno di legge di sospensione per 18 mesi delle attività di messa in opera di qualsiasi impianto.
    Lo fanno con una mozione in cui viene proclamata una giornata di mobilitazione, analisi, studio e proposta sul tema: "La mozione è una chiamata alle armi ai sardi affinché ci si mobiliti dinanzi a quello che si annuncia come un vero e proprio assalto alla nostra isola", ha spiegato Salvatore Corrias, probabile futuro presidente della commissione Autonomia e riforme dell'Consiglio regionale, per il gruppo del Pd, promotore dell'iniziativa cui aderiranno anche gli altri capigruppo di maggioranza.
    "La questione energetica è diventata soprattutto una questione sarda - precisa Corrias -, ma questa mozione è anche una risposta ai territori che si stanno mobilitando da tempo, ai sindaci e ai comitati". La giornata di mobilitazione sarà una seduta straordinaria dell'Assemblea, "da valutare che si possa anche tenere a Roma in piazza Montecitorio", si legge nella mozione.
    Il documento, che per essere incardinato nei lavori dell'Assemblea deve attendere l'insediamento delle commissioni, impegna la giunta "a persuadere il governo" a modificare il cosiddetto decreto Draghi, in particolare sul punto che riguarda le aree idonee e non. "Siamo favorevoli alle rinnovabili - precisa Corrias insieme al capogruppo dem Roberto Deriu durante la presentazione della mozione -, ma serve un processo pianificatori ordinato". La mozione prevede anche il ricorso a eventuali battaglie di costituzionalità che dovessero essere necessarie per far valere l'equilibrio tra le necessità energetiche e la tutela del territorio. (ANSA).
   

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