(ANSA) - BRUXELLES, 19 LUG - La Commissione europea è di
nuovo all'attacco contro l'Italia sul fronte delle acque reflue,
un tema che vede coinvolti circa 1.000 comuni sparpagliati tra
la maggior parte delle regioni. Bruxelles ha annunciato
l'apertura della quarta procedura d'infrazione per il mancato
rispetto delle norme Ue che obbligano gli Stati membri a dotare
tutti i centri urbani di reti fognarie e impianti di depurazione
in grado di garantire una qualità delle acque, in linea con
l'esigenza di salvaguardare l'ambiente e la salute.
Il nuovo procedimento è stato avviato dalla Commissione dopo
aver constatato che, nonostante il confronto in corso con
l'Italia da oltre un decennio e le tre procedure d'infrazione
già aperte, ben 276 comuni di piccole dimensioni (tra i 2mila e
i 10mila abitanti) violano ancora gli obblighi fondamentali di
raccolta, trattamento e monitoraggio delle acque reflue. Una
situazione che, si evidenzia in una nota, può "comportare un
rischio per la salute e l'inquinamento di laghi e fiumi, del
terreno nonché delle acque costiere e sotterranee".
Alla luce delle carenze riscontrare, gli uffici del
commissario all'ambiente Karmenu Vella hanno quindi proposto di
inviare all'Italia una lettera di messa in mora, prima fase
della procedura d'infrazione, chiedendo al governo di rispondere
entro due mesi. Se le spiegazioni e le rassicurazioni di Roma
non venissero giudicate soddisfacenti, la Commissione potrebbe
decidere di passare alla fase ulteriore della procedura, con
l'invio di un parere motivato. Se anche dopo questo passo la
situazione non dovesse migliorare significativamente, si
potrebbe arrivare al deferimento alla Corte di giustizia.
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Ue attacca su acque reflue, quarta procedura contro Italia
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