(ANSA) - BRUXELLES, 01 FEB - Minore dipendenza dai Paesi
terzi nell'approvvigionamento energetico grazie al contributo
delle rinnovabili e alla maggiore efficienza: l'Europa e
l'Italia sono sulla strada giusta per centrare gli obiettivi su
energia e clima per il 2020. Lo conferma il secondo rapporto
sull'Unione dell'energia della Commissione europea, presentato
stamattina dal vicepresidente dell'Esecutivo Ue Maros Sefcovic.
"La situazione della sicurezza energetica è migliorata
significativamente in 22 stati membri su 28", ha risposto il
politico slovacco precisando che questo è avvenuto grazie
all'aumento della quota di rinnovabili e dell'efficienza, nonchè
a "interconnessioni molto migliori" tra i Paesi membri.
L'Italia è in linea con i risultati raggiunti dal resto
dell'Ue: tra il 2005 e il 2014 ha ridotto la sua dipendenza
dalle importazioni di energia grazie al contributo delle
rinnovabili e ai miglioramenti in termini di efficienza. Il
nostro Paese, insieme ad altri dieci, non ha ancora raggiunto il
target del 10% di interconnessione della rete elettrica entro il
2020 e "deve fare sforzi ulteriori" in questa direzione, mentre
fa da apripista tra i Ventotto per l'installazione dei contatori
intelligenti che per la Commissione "ampliano le possibilità dei
consumatori di partecipare attivamente al mercato dell'energia".
In particolare, secondo i dati della Commissione europea, la
media del contributo delle fonti rinnovabili al mix energetico
nazionale nel 2013 è stata del 16,7%, è salita al 17,1% nel 2014
e tale dovrebbe restare nel 2015. Dati che superano
abbondantemente il 10,5% previsto dalla Commissione come
traiettoria indicativa (il "ritmo") di crescita per le
rinnovabili e avvicinano sensibilmente l'Italia all'obiettivo
del 20% di energia rinnovabile al 2020.
L'Ue è riuscita a separare crescita economica da emissioni,
il 22% in meno nel periodo 1990-2015, a fronte di una crescita
del pil del 50%. Risultati incoraggianti per un'Europa "pronta
ad assumere la guida nella lotta ai cambiamenti climatici" ha
detto Sefcovic alla luce delle mosse del neopresidente americano
Donald Trump, che fanno immaginare una svolta scettica
sull'azione climatica da parte della Casa Bianca. "L'Unione
dell'energia è forte quanto la volontà politica dietro di essa",
commenta Imke Lübbeke del Wwf Europa, e gli sforzi futuri della
Commissione "saranno ostacolati dagli obiettivi deboli fissati
dai leader nazionali, ben prima che il livello di ambizione
globale" per l'azione sul clima "fosse alzato grazie all'accordo
di Parigi". Di "strategia energetica dell'Ue non in linea con
gli impegni sul clima sottoscritti a dicembre 2015, durante la
Cop21 di Parigi parla anche Greenpeace Italia, che definisce i
risultati raggiunti dall'Italia sulle rinnovabili "un mero
adeguamento dei dati statistici".
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Clima: Ue, target 2020 a portata di mano, bene l'Italia
Con rinnovabili Penisola riduce dipendenza