(ANSA) - BRUXELLES, 21 DIC - La Corte di giustizia Ue ha
riconosciuto come legittima la delibera con cui
l'amministrazione locale ha dato il via libera a un progetto
edilizio nell'ambito del recupero dell'ex colonia di Cà Roman
(Venezia) senza procedere in via preventiva alla valutazione
ambientale strategica (Vas). La direttiva europea sulla Vas, per
la Corte, riconosce infatti alle autorità amministrative dei
singoli Stati membri un potere discrezionale di valutazione del
rischio ambientale quando si tratta di piani che interessano
"piccole zone". E la relativa normativa italiana, secondo i
giudici europei, applica in maniera corretta le disposizioni
europee. La decisione della Corte disattende in parte quanto
chiesto due mesi fa dall'avvocato generale Juliane Kokott nelle
sue conclusioni.
La sentenza riguarda tre questioni pregiudiziali sollevate
dal Tribunale amministrativo regionale del Veneto in relazione a
un ricorso di Italia Nostra contro una delibera del commissario
straordinario del Comune di Venezia sul recupero della "ex
colonia di Cà Roman". Si tratta di un luogo tutelato dal punto
di vista paesaggistico e naturalistico sia a livello nazionale
che a livello europeo, per il cui recupero nel 2014 il
commissario straordinario ha approvato, senza Vas, il piano
attuativo di iniziativa privata che prevedeva la costruzione di
42 villette su una superficie di 29.195 metri quadrati. La
commissione regionale ha ritenuto che il piano non fosse da
sottoporre a Vas in quanto esso riguardava solo l'uso di piccole
aree a livello locale, senza effetti significativi
sull'ambiente.
Dopo il ricorso di Italia Nostra, il Tar del Veneto ha
rilevato come la direttiva Ue escluda l'obbligatorietà della Vas
per piani e programmi quando "determinano l'uso di piccole aree
a livello locale", senza però specificare oltre cosa si intenda
per "piccole".
Per la legge italiana (Dlgs. 3 aprile 2006, n. 152),
rientrano nella nozione di "piccolo" le superfici fino a 40
ettari per i progetti di sviluppo di aree urbane e le superfici
fino a 10 ettari per progetti di riassetto o sviluppo
all'interno di aree urbane esistenti.
Il Tar ha quindi chiesto alla Corte Ue di stabilire se
l'esclusione prevista dalla legge italiana in base a un dato
meramente quantitativo (le piccole dimensioni dell'area) fosse
compatibile con la direttiva Ue nonchè con gli obiettivi e i
principi affermati dai Trattati Ue sull'obbligo di salvaguardia,
tutela e miglioramento della qualità dell'ambiente.
L'avvocato generale Kokott, nelle sue conclusioni, aveva
sostenuto che la normativa italiana è in contrasto con la
direttiva Ue perché il criterio "esclusivamente" legato alla
superficie del terreno non è sufficiente.
La Corte di giustizia ha invece ritenuto di non dover seguire
tali conclusioni perché, si legge in una nota, la direttiva Vas
"stabilisce che la nozione di 'piccole zone a livello locale'
deve essere definita con riferimento al dato oggettivo della
superficie della zona interessata".
Leggi l'articolo completo su ANSA.it
Corte Ue, norme su 'eccezioni' a Vas in linea con direttiva
Respinto di fatto ricorso Italia Nostra su caso Cà Roman