(ANSA) - STRASBURGO, 17 MAG - Lo Stato italiano è formalmente
sotto processo di fronte alla Corte europea dei diritti umani di
Strasburgo, con l'accusa di non aver protetto la vita e la
salute di 182 cittadini di Taranto dagli effetti negativi delle
emissioni dell'Ilva. La Corte di Strasburgo ha ritenuto
sufficientemente solide, in via preliminare, le prove
presentate, e ha così aperto il procedimento contro lo Stato
italiano.
A rivolgersi a Strasburgo sono stati, nel 2013 e nel 2015,
182 cittadini che vivono a Taranto e nei comuni vicini. Alcuni
rappresentano i congiunti deceduti, altri i figli minori malati.
Nel ricorso sostengono che "lo Stato non ha adottato tutte le
misure necessarie a proteggere l'ambiente e la loro salute, in
particolare alla luce dei risultati del rapporto redatto nel
quadro della procedura di sequestro conservativo e dei rapporti
Sentieri". I ricorrenti contestano inoltre al governo il fatto
di aver autorizzato la continuazione delle attività del polo
siderurgico attraverso i cosiddetti decreti 'salva Ilva'.
Nel ricorso i ricorrenti affermano che lo Stato cosi facendo
ha violato il loro diritto alla vita, al rispetto della vita
privata e familiare e che in Italia non possono beneficiare di
alcun rimedio effettivo per vedersi riconoscere queste
violazioni.
Fonti della Corte specificano all'ANSA che la decisione di
comunicare i ricorsi al governo significa che le prove
presentate dai ricorrenti contro l'operato dello Stato sono
molto forti visto che solo l'anno scorso i giudici di Strasburgo
hanno dichiarato inammissibile il ricorso di una donna che
sosteneva l'esistenza di un nesso tra la sua malattia e le
emissioni dell'Ilva.
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Ilva Taranto, Italia sotto accusa davanti Corte Strasburgo
Per non aver tutelato salute 182 cittadini