(ANSA) - BRUXELLES, 18 SET - L'Unione europea andrà alla
conferenza Onu sul clima di Parigi per incassare un accordo
globale che preveda il picco massimo delle emissioni per il 2020
"al più tardi", un taglio del 50% entro il 2050 rispetto al 1990
e quasi zero emissioni entro il 2100. Questo il piano di
battaglia messo a punto dai ministri dell'ambiente dei 28 oggi a
Bruxelles.
"Per la prima volta l'Ue traduce l'obiettivo di rimanere
entro la soglia dei due gradi di riscaldamento globale a
investitori e imprese" ha detto il ministro dell'ambiente
lussemburghese, Carole Dieschbourg, per la presidenza di turno
dell'Ue. "L'Ue non firmerà un accordo qualsiasi" ha sottolineato
il commissario europeo al clima, Miguel Arias Canete, che ha
ricordato come al momento attuale "sappiamo già che gli attuali
contributi (di riduzione delle emissioni, ndr) non saranno
sufficienti: per questo faremo il punto della situazione ad una
conferenza ad hoc a Rabat, in Marocco, ad ottobre". Per ora
"abbiamo gli impegni di 62 Paesi, che coprono quasi il 70% delle
emissioni globali" ha detto Canete.
L'Ue a Parigi si batterà quindi per "un meccanismo dinamico
di revisione" ogni cinque anni, in cui ciascun Paese renderà
conto di quanto raggiunto, non potrà diminuire gli impegni
presi, ma in caso sottometterne di nuovi. "Senza questo
meccanismo il sistema non sarà credibile" ha aggiunto il
commissario europeo al clima. Quanto ai finanziamenti per le
attività di mitigazione e adattamento "l'Europa è pronta a fare
la sua parte e saremo in grado di dare una prima indicazione a
novembre" ha concluso Canete.
La conferenza Onu sul clima di Parigi sarà un successo se ci
saranno "degli impegni precisi da parte degli Stati e che questi
siano vincolanti". Così il sottosegretario all'ambiente, Barbara
Degani, in occasione del Consiglio dei ministri dell'ambiente
dell'Ue, oggi a Bruxelles.
Alla conferenza Onu di Parigi "l'Ue farà sempre la sua parte
come ha fatto finora e continuerà a farla - ha assicurato Degani
- in un panorama internazionale in cui la volontà europea sarà
sempre in primo piano: l'abbiamo fatto le scorse volte e lo
faremo anche questa volta". Degani è apparsa ottimista sul fatto
che grandi emettitori come Brasile, India, Turchia o Sudafrica,
ancora assenti all'appello a presentare i propri impegni di
riduzione delle emissioni di gas serra, lo facciano a tempo
debito. "Come dice Ban Ki-moon 'non c'è un piano B', quindi noi
riteniamo che ci debba essere questa possibilità" ha detto il
sottosegretario all'ambiente. Bocche cucite invece per quanto
riguarda il prossimo contributo dell'Italia ai finanziamenti al
Fondo verde per il clima. "È motivo di trattativa - ha spiegato
Degani - e nella sostanza siamo d'accordo, ma riteniamo che
quando si va ad un tavolo (dei negoziati Onu sul clima, ndr)
bisogna mantenere qualche numero coperto: è essenziale per la
tattica, altrimenti arriviamo scoperti". A mettere nero su
bianco una cifra per l'Unione europea saranno solo i ministri
delle finanze dei 28, il prossimo novembre. (ANSA)
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Clima: Ue, accordo globale includa taglio 50% CO2 per 2050
Italia, Parigi sarà successo se impegni vincolanti