(ANSA) - BRUXELLES - Eurojust suona il campanello d'allarme
sull'attività delle ecomafie in Europa. "Un fenomeno
sottostimato, che crea grande profitto, con un basso rischio di
arrivare a processo, e pene non sufficientemente dissuasive",
spiega Michele Coninsx, presidente dell'organismo europeo per la
cooperazione giudiziaria, che pone il fenomeno tra le priorità
delle proprie azioni.
Si tratta di una "minaccia emergente", che segna una parabola
crescente "significativa" ad esempio in Germania, Paese che fino
a poco tempo fa era rimasto abbastanza estraneo ad attività
criminali come lo smaltimento illegale di rifiuti, spiegano gli
esperti arrivati dall'Aja.
Ma paradossalmente, nonostante si stimino profitti illegali
che oscillano tra i 30 ed i 70 miliardi di euro l'anno (fonte
Ocse), le statistiche raccolte nel primo rapporto stilato da
Eurojust dimostrano che i crimini contro l'ambiente sono
raramente perseguiti dalle autorità nazionali, spesso anche
perchè non dotate di strutture adeguate.
L'Italia, ad esempio, dove il fenomeno è sotto i riflettori,
e citata in particolare con l'Irlanda per i casi di export di
rifiuti pericolosi verso Paesi terzi (soprattutto in Africa
occidentale) non si è ancora dotata di un'unità specializzata, a
livello giudiziario. Tra i Paesi che meglio si sono attrezzati
in questo senso ci sono invece Gran Bretagna e Olanda. Inoltre,
spiegano gli esperti, l'Italia non è ancora entrata a fare parte
del Network europeo dei procuratori per l'ambiente (Enpe).
La decisione di rafforzare il coordinamento a livello
internazionale per la lotta ai crimini ambientali nasce sia
dalla crescente consapevolezza della necessità di un approccio
più ampio, che dalla specifica richiesta di alcuni Stati mebri
come Belgio, Gran Bretagna e Olanda, di migliorare la
cooperazione e lo scambio di informazioni, per affrontare
organizzazioni criminali di natura sempre più transnazionale.
In particolare nella Repubblica Ceca si hanno evidenti
segnali di come le mafie tradizionali siano ormai a capo del
business, e indicazioni dello stesso genere arrivano anche dal
Regno Unito, dove il traffico di animali esotici ed in
particolare di uccelli e delle loro uova si sta facendo sempre
più florido. Un crescente traffico di lupi è stato riscontato
nel nord Europa, mentre rapporti di Europol segnalano che
proventi del traffico delle corna di rinoceronte, in Africa,
sono entrati a far parte del budget delle organizzazioni
terroristiche internazionali. (ANSA).
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Allarme Eurojust su ecomafie, serve più impegno Ue
Fenomeno sottostimato, pene più severe per combatterlo