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Clima-Energia 2030: ambientalisti, accordo al ribasso

Pe scalda motori: socialisti vogliono di più, verdi lo stop

Redazione Ansa

BRUXELLES - La bocciatura degli ambientalisti europei sul pacchetto clima-energia 2030 e' senza appello. Il compromesso raggiunto dai 28 leader europei e' "un accordo al ribasso" per alcuni, per altri "una sciagura", in ogni caso risulta "debole" e "insufficiente". Delusi anche i socialisti, che promettono battaglia all'Europarlamento, insoddisfatti i liberali, mentre i verdi chiedono a esecutivo e Parlamento Ue di rifiutare la decisione del Consiglio. La musica non cambia nel mondo della 'green economy' e delle energie verdi, dall'associazione europea dell'industria fotovoltaica (Epia) all'industria eolica (Ewea). "La lotta contro i cambiamenti globali ha bisogno di un trattamento choc, ma quello che l'Ue sta offrendo e' al massimo un'annusata di sali" commenta Mahi Sideridou, direttore di Greenpeace Ue.

 

Tramite i meccanismi previsti dal pacchetto, secondo Femke de Jong di Carbon Market Watch "i leader Ue di fatto hanno concordato solo un target del 31%" di riduzione di CO2. "Questi target su rinnovabili ed efficienza energetica sono vicini o addirittura al di sotto le attuali tendenze" sottolinea Jason Anderson, responsabile clima-energia dell'ufficio Ue del Wwf, secondo cui "gli sforzi iniziali dell'Europa per combattere i cambiamenti climatici e far avanzare l'energia pulita, sono stati gettati via". Non a caso, secondo l'industria europea del fotovoltaico (Epia), il target di "almeno il 27%" di rinnovabili "e' troppo basso per liberare il pieno potenziale del solare, anche se rappresenta un segnale importante sul fatto che gli investimenti continueranno". "Il target del 27% e' deludente e contrario ai piani della Commissione di rendere l'Europa leader mondiale nelle rinnovabili" attacca senza mezzi termini l'industria europea dell'eolico (Ewea), che chiede chiarezza per i finanziatori sulla natura del target, vincolante solo a livello europeo e non nazionale. Sul fronte dell'Europarlamento scalda i motori il gruppo dei socialisti, deciso a sfruttare la "clausola" di revisione della strategia dopo Parigi 2015.

 

"Il compromesso del Consiglio e' un punto di partenza. Facciamo di piu'" afferma il presidente dei socialisti europei, Gianni Pittella. L'accordo ottenuto e' il minimo richiesto, quindi "lavoreremo all'Europarlamento - aggiunge la vicepresidente dei socialisti, Kathleen Van Brempt - per obiettivi piu' ambiziosi e ci aspettiamo dalla Commissione Juncker di provare con i fatti che la sostenibilita' e' in effetti una priorita'". "Accettando questo debole accordo - attacca Guy Verhofstadt, presidente del gruppo dei liberali (Alde) - gli Stati membri hanno posto le loro priorita' nazionali a breve termine prima degli interessi europei". I verdi europei sono pronti a lottare contro la decisione presa dai leader e accusano il Consiglio Ue di aver aggirato la procedura di codecisione attuando "un vero putsch". Di qui l'appello a Parlamento europeo e Commissione Ue "a rifiutare questa forzatura istituzionale". La partita politica sul dossier insomma, non e' affatto chiusa.

 

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