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Letta, "l'integrazione finanziaria è la missione del futuro mercato europeo"

L'ex premier: "L'allargamento è una sfida ma anche un dovere"

++ Letta, bene confronto in Commissione sul mio rapporto ++

Redazione Ansa

BRUXELLES - "La grande missione del futuro mercato unico dell'Ue non sarà solo quella di garantire la mobilità tra Paesi membri ma di completare l'integrazione sui mercati finanziari per essere in grado di finanziare le tre grandi sfide del futuro: la transizione, l'allargamento e la difesa". Lo ha sottolineato l'ex premier e presidente dell'istituto Delors, Enrico Letta, intervenendo al nono Forum sulla coesione in corso a Bruxelles, in attesa di presentare la prossima settimana al Vertice dei leader il suo rapporto sul futuro del mercato unico.

Il prossimo allargamento dell'Unione "sarà una sfida dal punto di vista politico ed economico, ma è una missione e un dovere", ha aggiunto, ricordando che se "non saremo in grado di creare una forte e integrata Unione degli investimenti" o risorse sufficienti per finanziare le future "necessità allora in Unione europea si inizierà a pensare che queste priorità saranno pagate dagli attuali fondi di coesione o altri programmi. Dobbiamo stoppare questa narrativa".

In Europa si sta diffondendo "la sensazione che il prossimo allargamento" dell'Ue "sarà" a spese "dei beneficiari netti attuali dei programmi dell'Ue" così come c'è il timore di ricadute per la "Politica agricola comune e per la transizione. Voglio essere molto chiaro: se le istituzioni dell'Ue non saranno chiare su come intendono finanziare le priorità del futuro, gli europei penseranno che il futuro allargamento e la futura transizione verranno pagate con le regole attuali e con gli attuali fondi di coesione o altri fondi dell'Ue", ha proseguito Letta, assicurando che questo aspetto sarà "centrale" nel rapporto sul futuro del mercato unico europeo a cui sta lavorando e che sarà presentato la prossima settimana ai leader dell'Ue al Vertice europeo del 17 e 18 aprile.

"L'allargamento è una sfida ma anche un dovere", ha sottolineato, incalzando le istituzioni dell'Ue a "non sottovalutare" questo sentimento crescente nei ventisette Stati membri nel confronto sul futuro della politica di coesione per non "rendere impopolare l'allargamento" all'Ucraina impopolare agli occhi degli europei.

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