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Brexit: studenti Ue dimezzati negli atenei del Regno Unito, riparte polemica 

Rinfocolata da rapporto del Guardian. Ma il totale degli iscritti cresce 

Brexit: studenti Ue dimezzati negli atenei del Regno Unito, riparte polemica

Redazione Ansa

LONDRA - Si riaccende la polemica sul brusco - quanto non inatteso - calo post Brexit d'iscrizioni di studenti provenienti da Paesi dell'Ue (Italia compresa) nelle spesso prestigiose università del Regno Unito. A rinfocolarla è un rapporto elaborato dal progressista Guardian sulla base di dati già resi pubblici il mese scorso e poi certificati dalle indicazioni annuali dell'Higher Education Statistics Agency.

I numeri confermano un dimezzamento delle nuove iscrizioni di giovani europei, pari al 53% complessivo nell'anno accademico 2021/22 rispetto all'anno precedente. Con una contrazione più netta - nell'ordine - da Cipro, Francia, Germania, Grecia e Italia. In cifra assoluta, gli iscritti continentali sono passati da 66.680 a 31.400, con una discesa più accentuata per le lauree triennali (da 40.000 a non più di 15.000 circa), e meno per i master e i dottorati. Mentre aumentano extracomunitari e locali. 

A spiegare il fenomeno è la scelta del governo Tory d'imporre - con l'entrata in vigore definitiva del divorzio da Bruxelles nel 2020 - un pesante adeguamento al rialzo delle rette a carico degli europei, equiparate ora a quella degli studenti stranieri extracomunitari: ossia a un livello assai più alto rispetto alle tariffe politiche (identiche a quelle dei cittadini britannici) accordate loro fino al 2019. Scelta giudicata "autolesionistica" per il Paese e dannosa per gli atenei da diversi accademici anti-brexiteer citati oggi dai media: come il politologo Michael Smith, docente di relazioni internazionali nell'università scozzese di Aberdeen, che ha evocato lo spettro di "un'enorme perdita" di cervelli; o Francesca Ciccarelli, studiosa italiana e specialista di ricerche sul cancro al King's College di Londra, che ha denunciato questo scenario come "un'assurdità" cui "mettere fine presto", pena - a suo dire - il rischio che "la scienza declini rapidamente nel Regno Unito".

I dati dell'Higher Education Statistics Agency rimarcano peraltro come nel complesso il numero generale degli studenti iscritti negli atenei britannici continui a crescere: di un ulteriore 2% su base annua. E come l'emorragia di arrivi dall'Ue sia in effetti compensata dall'incremento sia delle iscrizioni di giovani di altri Paesi esteri (Cina in primis, ma anche India o Usa, concentrate soprattutto nei corsi post graduate), sia di quelle interne dei britannici. 

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