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Presidenza Ue, rimpatriare chi non ha il diritto di asilo

Piantedosi: 'lavorare a rimpatri fozati accompagnati'

Presidenza Ue, rimpatriare chi non ha il diritto di asilo

Redazione Ansa

BRUXELLES - "La situazione è grave quando si parla di migrazione in Europa. Si assiste a un aumento degli arrivi irregolari e durante la parte della riunione dedicata agli Affari interni ci concentreremo sulla dimensione esterna e in particolare sulla questione del rimpatrio di coloro ai quali è stato negato l'asilo in Europa". Lo ha detto Maria Malmer Stenegaard, ministra per le migrazioni della Svezia, alla presidenza di turno dell'Ue, arrivando al Consiglio affari interni informale. "E' una questione davvero importante e credo che l'Europa possa fare di più - ha aggiunto -. Molti Stati membri hanno trovato il modo di cooperare meglio tra il ministero degli Esteri, il dipartimento degli Affari Interni e il dipartimento degli Aiuti allo Sviluppo e la Presidenza svedese è convinta che questo approccio di governo complessivo, sia negli Stati membri che nell'Unione Europea, sia fondamentale per sviluppare le relazioni con i Paesi terzi".

"Ritengo sia opportuno lavorare per sviluppare un terzo modello di rimpatrio che potremmo chiamare 'rimpatrio forzato accompagnato'. Un'operazione di ritorno che sia associata a progettualità di reintegrazione, anche in caso di rimpatri forzati, può infatti agevolare la collaborazione dello straniero, stimolare i Paesi terzi di provenienza a rafforzare la cooperazione e concorrere a contrastare le cause profonde dell'immigrazione". Ha detto invece il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, che sta partecipando a Stoccolma al primo consiglio dei ministri degli affari interni della Ue sotto la presidenza svedese, nella sessione dedicata al rafforzamento della cooperazione con i Paesi terzi in materia di rimpatrio.

 "Abbiamo un problema. Troppe persone arrivano dalla sponda opposta del Mediterraneo e abbiamo bisogno di misure che risolvano questo problema e la Commissione deve fare da guida. Dobbiamo stipulare più accordi di rientro con i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo e quelli africani e dobbiamo parlare delle regole di Dublino perché Dublino non sta funzionando". Ha sottolineato Eric Van Der Burg, Ministro della Migrazione dei Paesi Bassi.

"Dobbiamo passare dalle parole ai fatti per quanto riguarda i rimpatri dei migranti che non hanno diritto a restare in Europa, perché i numeri attuali sono inadeguati e impediscono ad alcuni Paesi membri di gestire i nuovi arrivi: tutti gli strumenti devono essere utilizzati, diplomatici, commerciali, legali e anche gli aiuti allo sviluppo". Lo ha detto Maria Malmer Stenegard, ministro della Migrazione della Svezia, al termine del consiglio informale Interni a Stoccolma.

Al Consiglio informale di oggi abbiamo registrato un'ottima atmosfera e molti ministri hanno sottolineato la necessità di fare progressi sul nuovo Patto sulla migrazione: vi saranno alcune sfide ma siamo in tabella di marcia". Lo ha detto la Commissaria degli Interni Ylva Johansson a Stoccolma precisando che il numero di rimpatri nell'Ue è basso e che si deve fare meglio. "Si è registrato un impegno condiviso a usare di più l'articolo 25/a (che limita l'emissione di visti ai Paesi terzi) e usare di più Frontex per rimpatri".

 

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