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Riunione su price cap, si allarga il fronte dei Paesi critici

Oltre all'Italia altri sei Paesi hanno presentato emendamenti alla proposta di Bruxelles

Riunione su price cap, proposta compromesso a 264 euro

Redazione Ansa

BRUXELLES - Si allarga il fronte dei Paesi che contestano la proposta della Commissione Europea del tetto al prezzo del gas avanzata il 22 novembre. Secondo fonti a conoscenza del dossier sono ormai sette gli Stati membri che hanno presentato all'esecutivo Ue degli emendamenti all'iniziativa della Commissione. Oltre a Italia, Belgio, Grecia, Polonia e Slovenia, infatti, si sarebbero aggiunti Lituania e Malta.

La riunione dei Rappresentanti dei 27 in Ue sul tetto al prezzo del gas che si sta svolgendo a Bruxelles in vista del Consiglio Affari Energia straordinario del 13 dicembre si è basata su una prima revisione della proposta della Commissione europea. Sul tavolo, a quanto si apprende, è stata presentata una bozza di compromesso della presidenza ceca del Consiglio Ue, che pone il tetto all'indice Ttf di Amsterdam a 264 euro e non più a 275. Praga ha proposto che il meccanismo scatti quando il prezzo del gas supera tale soglia per 5 giorni e non più per due settimane consecutive. Ma alla luce delle diversità delle posizioni in campo, le fonti europee hanno chiarito che la riunione di oggi "non potrà che essere interlocutoria".

Nella proposta anche una modifica della differenza di prezzo con il GNL. Il divario con gli indici di riferimento per il gas liquefatto dovrà essere di almeno 58 euro per megawattora per 5 giorni consecutivi e non più per dieci sulla scala mensile del costo del gas. Per l'attivazione del gas è necessaria la luce dell'Acer ma, affinché la Commissione agisca, "dovrà chiedere senza alcun ritardo il parere della Bce e dell'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati.

La proposta ceca, quindi, mantiene il principio del cap fisso concepito dalla Commissione ma tenta di rendere più realistica la sua applicazione dopo che l'iniziativa dell'esecutivo europeo è stata sostanzialmente bocciata dalla maggior parte dei Paesi membri. Oggi i Rappresentanti dei 27 tornano a riunirsi sul dossier. Sul tavolo, oltre al compromesso della presidenza ceca, è approdata anche una proposta alla quale hanno lavorato Italia, Grecia, Polonia, Slovacchia e Belgio. Nel testo si parla di un price cap fisso a 160 euro per megawattora.

Tetto - si legge nel documento - "fissato a un livello che attualmente sarebbe sufficientemente alto per attrarre le risorse necessarie e incentivare la riduzione della domanda. Un approccio "a semaforo" sospenderebbe il meccanismo nel caso in cui in futuro il livello non risultasse adeguato.

Un'altra opzione concepita dai 5 Paesi è quella di un cap dinamico. Il tetto verrebbe definito ogni mese (o ogni trimestre). Il livello di cap sarebbe parzialmente legato alla media aritmetica dei benchmark dei mercati globali Lng Hh, Nwe, Med e Jkm e non solo quindi al Ttf. In particolare, il livello di cap sarebbe basato su una componente fissa (ad esempio, 75%) e su una componente variabile (25%). L'aggiornamento regolare della componente variabile sarebbe indicizzato all'evoluzione della media ponderata dei parametri di riferimento durante il periodo rispetto alla base iniziale.

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