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A Bruxelles negoziati sul Pnrr con una decina di Paesi

Task force Ue, ottimisti su esborso terza rata

A Bruxelles negoziati sul Pnrr con una decina di Paesi

Redazione Ansa

BRUXELLES - Aggiornamenti, revisioni, integrazioni: sono questi, a quanto si è appreso, i fronti su cui la task force della Commissione europea che si occupa dei Pnrr nazionali sta negoziando con varie capitali, tra cui Roma. I Paesi più direttamente coinvolti in quella che viene definita come una "interlocuzione in corso" sarebbero almeno una decina. Il Lussemburgo è stato l'unico finora ad aver presentato formalmente una richiesta di modifica ma anche il Portogallo ha evidenziato la necessità di andare oltre la scadenza del 2026. La Spagna sta trattando per avere una nuova iniezione di fondi da 95 miliardi.

Questa settimana siamo qui per la terza richiesta di fondi. Torneremo a Bruxelles incoraggiati perché si stanno facendo progressi, siamo abbastanza ottimisti che la terza richiesta possa essere portata a termine in tempo": lo ha detto il vice capo della task force Ue, Declan Costello, all'evento annuale sul Pnrr.

L'obiettivo di Bruxelles è quello di arrivare a definire per ciascun Paese un 'addendum' unico in cui raccogliere le novità che possono essere introdotte nei vari Pnrr in base alle quattro opzioni attualmente percorribili. A partire dall'integrazione nei piani nazionali dei nuovi fondi che arriveranno dal RepowerEu (per l'Italia lo stanziamento dovrebbe essere pari a circa 2,7 miliardi) una volta che il nuovo strumento avrà completato - si spera al massimo all'inizio del prossimo anno - il suo iter legislativo.

L'altra possibilità su cui si concentra l'attenzione, soprattutto da parte italiana, è l'ormai famoso articolo 21 del regolamento attuativo del Recovery e Resilience Facility (RRF), cioè quello che contempla la possibilità di dichiarare 'non raggiungibili' alcuni target fissati nel piano a causa di 'circostanze obiettive' causate da fattori fuori dal controllo delle autorità nazionali, come ad esempio calamità naturali o gli effetti del caro energia causato dalla guerra in Ucraina.

Altri Paesi, in primo luogo la Spagna, stanno invece negoziando con Bruxelles la concessione di nuovi fondi a valere sull'ammontare dei prestiti previsti dal Rrf e finora non richiesti e quindi non assegnati. L'azione di revisione avviata riguarda poi anche i piani di Paesi che, in base a quanto previsto dall'artico 18 dello stesso regolamentio, si sono visti tagliare le risorse a disposizione in base al ricalcolo del Pil. Una fattispecie che riguarda innanzi tutto la Germania (che ha perso così circa due miliardi) ma anche la Polonia e molti altri Paesi dell'Est.

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