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Ue lancia la rivoluzione del packaging, 'riuso e vuoto a rendere'

Nuove regole anche per la plastica biodegradabile

GUERRA UE AL PACKAGING SELVAGGIO, A RISCHIO ALCUNI PRODOTTI

Redazione Ansa

BRUXELLES - La Commissione Ue lancia la rivoluzione del packaging e punta sul riuso e il 'vuoto a rendere' per bottiglie di plastica e lattine in alluminio. L'obiettivo è ridurre i rifiuti di imballaggio del 15% pro-capite per ogni Paese entro il 2040. Secondo la proposta di regolamento, entro il 2030 il 20% delle vendite di bevande take-away dovrà essere servito in imballaggi riutilizzabili o usando i contenitori dei clienti, per arrivare all'80% nel 2040. Vietate le confezioni monouso all'interno di bar e ristoranti e i flaconcini negli hotel. Prevista una quota obbligatoria di contenuto riciclato nei nuovi imballaggi di plastica.

I prodotti in plastica biodegradabile commercializzati in Ue, inoltre, dovranno avere un'etichetta per mostrare quanto tempo impiegheranno a biodegradarsi, in quali circostanze e in quale ambiente. E' una delle azioni indicate nella comunicazione della Commissione Ue sulla plastica 'pulita' (a base biologica (bio-based), biodegradabili e compostabili) per assicurare la sostenibilità ambientale dei materiali ed evitare pratiche sleali di marketing.

Gli imballaggi destinati al compostaggio industriale saranno consentiti solo per bustine di tè, cialde di caffè, adesivi per frutta e verdura e sacchetti di plastica molto leggeri. Stando al testo presentato da Bruxelles, quando comunicano sul contenuto di plastica 'pulita', i produttori dovrebbero fare riferimento alla percentuale esatta e misurabile di plastica a base biologica nel prodotto.

L'industria dell'imballaggio boccia, però, il piano di Bruxelles per la riduzione dei rifiuti darivati dal packaging. "La proposta rischia di andare contro gli obiettivi del Green Deal, riportando indietro le lancette dell'orologio del riciclo e compromettendo la funzionalità degli imballaggi nel proteggere i prodotti e prevenire i rifiuti", evidenzia l'organizzazione di categoria, Europen, che tra i suoi membri conta anche Ferrero. La ricarica e il riutilizzo degli imballaggi, spiega, "dovrebbero essere valutati in base a criteri specifici relativi ai requisiti di igiene, salute e sicurezza alimentare".

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