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Il Portogallo e Grecia respingono la proposta dell'Ue sul taglio del gas del 15%

Dopo dubbi Spagna, anche Olanda e Irlanda hanno espresso dissenso

Il Portogallo respinge la proposta dell'Ue sul taglio del gas del 15%

Redazione Ansa

BRUXELLES - Il Portogallo è "completamente contrario" alla proposta di Bruxelles di ridurre del 15% il consumo di gas, perché è "sproporzionata" e "insostenibile". Lo ha affermato il Segretario di Stato per l'Ambiente e l'Energia portoghese, Joao Galamba, parlando alla stampa nazionale.

Il piano presentato ieri dalla Commissione Ue "non tiene conto delle differenze tra i Paesi" e "ignora che il Portogallo non ha interconnessioni con il resto d'Europa", ha evidenziato Galamba. L'opposizione di Lisbona si aggiunge alla bocciatura espressa ieri dalla Spagna. La proposta sarà discussa in questi giorni dagli ambasciatori dei Paesi Ue a Bruxelles.

Dopo Spagna e Portogallo anche il governo greco ha espresso, in via di principio, la sua contrarietà al pacchetto che prevede, tra l'altro, la riduzione obbligatoria del 15% dei consumi in caso di allerta energetica. Ma i dubbi sulla proposta di regolamento della Commissione si estendono anche ad altri Paesi, come Olanda e Irlanda.

I punti più contestati, oltre alla previsione del target del 15% obbligatorio per tutti (vista da alcuni come una proposta troppo filo-tedesca) nel mirino c'è anche il meccanismo che permette alla Commissione di 'chiamare' lo stato di allerta e che diverse capitali vorrebbero invece fosse a capo del Consiglio Ue.

Nel testo, inoltre, sono previste alcune eccezioni al target del 15% per Spagna e Portogallo, motivate dal fatto che i due Paesi non sono connessi a livello energetico al resto dell'Ue: la richiesta che potrebbe essere fatta nei prossimi giorni è che simili deroghe siano apposte anche per altri Stati. Il piano sarà sul tavolo di due riunioni degli ambasciatori dei 27 (Coreper), previste venerdì e lunedì, prima del Consiglio Affari Energia di martedì. Per la sua approvazione occorre la maggioranza qualificata, ovvero il sì del 55% dei Paesi membri dell'Ue e del 65% della popolazione europea rappresentata in Consiglio. 

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