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Il rischio di una guerra in Ucraina è maggiore che negli ultimi 30 anni

Ue rinnova le sanzioni alla Russia fino a luglio

Il rischio di una guerra in Ucraina è maggiore che negli ultimi 30 anni

Redazione Ansa

BRUXELLES - "Sembra che il rischio di guerra nell'area Osce sia oggi maggiore che mai negli ultimi 30 anni". Questo l'allarme lanciato a Vienna dal ministro degli affari esteri polacco Zbigniew Rau, nel suo discorso d'inaugurazione della presidenza polacca del Consiglio Permanente dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa.

"Da diverse settimane affrontiamo il rischio di una forte escalation nell'Europa orientale. Dobbiamo lavorare immediatamente a garanzie di sicurezza per la regione" ha aggiunto Rau deplorando il ritorno della retorica delle "sfere di influenza". Secondo Rau, l'Osce, un forum multilaterale per la sicurezza composto da 57 Stati e nato durante la guerra fredda, "è la piattaforma giusta per discutere di sicurezza globale da Vancouver a Vladivostok e può contribuire a mitigare le controversie esistenti".

Intanto, il Consiglio Ue ha deciso oggi di prolungare di sei mesi, fino al 31 luglio 2022, le misure restrittive che riguardano attualmente alcuni settori economici della Federazione russa. La decisione del Consiglio segue l'ultima valutazione dello stato di attuazione degli accordi di Minsk - inizialmente prevista per il 31 dicembre 2015 - al Consiglio europeo del 16 dicembre 2021. Le sanzioni in vigore, introdotte per la prima volta il 31 luglio 2014 in risposta alle azioni destabilizzanti della Russia in Ucraina, limitano l'accesso ai mercati dei capitali primari e secondari dell'Ue per alcune banche e società russe e vietano forme di assistenza finanziaria e di intermediazione verso le istituzioni finanziarie russe.

Le sanzioni vietano anche l'importazione diretta o indiretta, l'esportazione o il trasferimento di tutto il materiale legato alla difesa e stabiliscono un divieto per i beni a doppio uso per uso militare o per gli utenti finali militari in Russia. Le sanzioni limitano ulteriormente l'accesso russo a certe tecnologie sensibili che possono essere utilizzate nel settore energetico russo, per esempio nella produzione e nell'esplorazione dei giacimenti petroliferi.

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