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Bei: pil Ue a livelli precrisi, ma rischi su ripresa asimmetrica

Grazie a risposte politica, nodo resilienza a uscita sostegni

L'edificio della Banca europea degli investimenti (Bei) a Lussemburgo

Redazione Ansa

BRUXELLES - "A meno di due anni dalla pandemia che ha colpito l'Europa, il prodotto interno lordo (pil) reale dell'Ue è tornato ai livelli precedenti alla crisi. Grazie alla rapida risposta politica, su larga scala e globale, la crisi sembra avere lasciato meno cicatrici di quanto inizialmente temuto". Lo scrive Debora Revoltella, direttore del dipartimento economico della Banca europea degli investimenti (Bei) nel Rapporto sugli investimenti 2021-2022. La resilienza di imprese e posti di lavoro all'eliminazione graduale dei sostegni, avverte però, "deve ancora essere testata, e ulteriori cicatrici possono ancora diventare evidenti". Mentre "a livello macroeconomico, permangono incertezze sull'effetto delle nuove ondate di pandemia e l'eventuale eliminazione graduale delle misure economiche di emergenza in tutta Europa". In futuro rimane così "il rischio di una ripresa asimmetrica per i singoli, le imprese e i Paesi".

"Con il Pil dell'Unione europea quasi di nuovo a livelli pre-pandemici, il normale quadro di bilancio dell'Ue è destinato ad applicarsi dal 2023 in poi - segnala la Bei nelle conclusioni del Rapporto -. La questione chiave è come evitare che alcuni Paesi operino drastici tagli alla spesa e agli investimenti se costretti a rispettare le regole del debito e del deficit del patto". "La trasformazione verde e digitale - segnala - richiede ingenti investimenti pubblici, ma in passato gli investimenti pubblici sono stati spesso vittime del consolidamento fiscale.

Ci sono una serie di opzioni per proteggere gli investimenti pubblici, garantendo nel contempo che gli obiettivi fiscali dell'Unione europea continuino a essere raggiunti". Il rapporto Bei segnala poi come il Pnrr non sia "solo una fonte di finanziamento per gli investimenti, ma anche uno strumento per coordinare le priorità politiche, ad esempio fissando soglie minime per investimenti digitali": "Questi investimenti - avverte dunque - da soli potrebbe sollevare la produzione dell'Unione europea per molto tempo dopo la loro attuazione".

A questo si aggiungono le riforme strutturali incluse in molti piani. "Affinché il sostegno dell'UE abbia gli effetti desiderati, i governi devono avere la capacità tecnica necessaria per il successo dei progetti - afferma anche il rapporto della Bei -. Data l'entità dei fondi e la brevità del periodo di ammissibilità i Governi saranno sottoposti a forti pressioni per pianificare, attuare e valutare i loro investimenti. L'attuazione del Fondo europeo per gli investimenti strategici dimostra che l'assistenza tecnica può svolgere un ruolo importante nel garantire il successo degli investimenti".

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