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Corte suprema russa ordina chiusura ong Memorial

Ppe, 'Putin cancella milioni vittime terrorismo Urss'

Corte suprema russa ordina chiusura ong Memorial

Redazione Ansa

MOSCA - La Corte Suprema russa ha ordinato la chiusura di Memorial, la più antica organizzazione per la difesa dei diritti umani russa fondata durante la perestrojka da Andrei Sakharov, che si occupa di commemorare le vittime del regime sovietico. E' accusata di agire come "agente straniero" che riceve finanziamenti dall'estero. Ieri il responsabile di Memorial, Yury Dmitriev, uno dei maggiori storici dei Gulag, ha visto aumentare da 13 a 15 anni la sua condanna in un controverso processo per presunti abusi sulla figlia adottiva. L'Onu, l'Ue e gran parte della comunità internazionale si sono espressi contro lo smantellamento dell'ong.

Il giudice Alla Nazarova ha ordinato la chiusura di Memorial International, sia la struttura centrale sia le sue sedi regionali, per non aver contrassegnato tutte le sue pubblicazioni con l'etichetta di "agente estero" come richiesto dalla legge. La dibattuta legislazione russa sull'"agente estero" definisce le organizzazioni che ricevono fondi internazionali come azioni contrarie agli interessi della Russia. "Disgrazia! Disgrazia!" hanno gridato alcuni sostenitori in tribunale dopo la sentenza.

Durante l'udienza il pubblico ministero ha anche sostenuto che Memorial "crea una falsa immagine dell'Urss come stato terrorista e denigra la memoria della seconda guerra mondiale". La decisione del tribunale è il colpo più duro subito dall'organizzazione fondata nel 1989 da dissidenti sovietici tra cui il premio Nobel per la pace Andrei Sakharov. L'avvocato Maria Eismont ha affermato che la chiusura è un "segnale molto negativo", ma ha aggiunto che Memorial farà ricorso e proseguirà con il suo lavoro. "Questa non è la fine", ha detto ai giornalisti.

"Con la liquidazione di Memorial il Cremlino vuole liquidare la storia di milioni di vittime del terrorismo politico dell'Unione Sovietica. E vuole anche liquidare i centinaia di prigionieri politici presenti oggi in Russia. Chiediamo che le autorità russe capovolgano la decisione e la smettano di distruggere società civile, attivisti per i diritti umani e media indipendenti". Lo sottolineano le europarlamentari del Ppe Rasa Juknevičienė e Sandra Kalniete.

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