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Garante europeo contro l'uso dell'Ai per il riconoscimento facciale

'Rischi elevati dell'identificazione biometrica a distanza'

Redazione Ansa

BRUXELLES Un divieto generale dell'uso dell'intelligenza artificiale (AI) per il riconoscimento automatico delle caratteristiche umane in spazi pubblici. È quanto chiedono il Comitato europeo per la protezione dei dati (Edpb) e il Garante europeo per la protezione dei dati (Gepd) in un parere congiunto sulla proposta di regolamento della Commissione Ue relativa all'utilizzo dell'AI presentata lo scorso aprile.

Edpb e Gedp, che pur accolgono favorevolmente "l'obiettivo di intervenire sull'uso dei sistemi di Ai in Ue", sottolineano "i rischi estremamente elevati posti dall'identificazione biometrica a distanza di individui in spazi accessibili al pubblico" e chiedono che venga imposto "un divieto generale di qualsiasi uso dell'AI per il riconoscimento automatico delle caratteristiche umane in spazi accessibili al pubblico, come il riconoscimento del volto, dell'andatura, delle impronte digitali, del DNA, della voce, delle sequenze di tasti e di altri segnali biometrici o comportamentali, in qualsiasi contesto".

Allo stesso modo si raccomanda di "vietare i sistemi di intelligenza artificiale che utilizzano la biometria per classificare gli individui in gruppi in base a etnia, genere, orientamento politico o sessuale o altri motivi per i quali la discriminazione è vietata ai sensi dell'articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali".

Edpb e Gepd raccomandano, inoltre, il divieto dell'uso dell'AI per qualsiasi tipo di punteggio sociale "in quanto contrario ai valori fondamentali dell'Ue". "Altamente indesiderabile" anche l'impiego dell'AI per rilevare le emozioni di una persona fisica. Quanto all'impostazione generale, si sottolinea come il concetto di "rischio per i diritti fondamentali", pur condivisibile, dovrebbe essere allineato alla normativa europea in materia di protezione dei dati. Si suggerisce, inoltre, l'inserimento di un esplicito richiamo dell'applicazione delle norme Ue in materia di protezione dei dati a qualsiasi trattamento di dati personali che rientri nell'ambito di applicazione della proposta di regolamento sull'AI.

Edpb e Gepd chiedono che vengano ulteriormente chiariti il ruolo e i compiti del Garante europeo nel sistema di supervisione, e raccomandano la designazione delle autorità di protezione dei dati come autorità di vigilanza nazionali. Un altro punto critico riguarda infine il ruolo predominante della Commissione Ue nello European Artificial Intelligence Board, ritenuto "in conflitto con la necessità di un organismo europeo dell'AI indipendente da qualsiasi influenza politica".

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