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Per l'avvocato generale della Corte Ue il regime dei giudici in Polonia viola diritto europeo

Tanchev, 'Non garantisce indipendenza ed imparzialità'

Per l'avvocato generale della Corte Ue il regime dei giudici in Polonia viola diritto europeo

Redazione Ansa

BRUXELLES - Per l'avvocato generale Evgeni Tanchev, la normativa polacca relativa al regime disciplinare dei giudici è contraria al diritto europeo. La controversia risale a due anni fa quando la Commissione Ue aveva fatto ricorso alla Corte europea di giustizia contro il regime disciplinare introdotto nel 2017 in Polonia che prevede la creazione di una nuova sezione all'interno della Corte Suprema competente sulle cause disciplinari.

Secondo la Commissione, il regime non garantirebbe l'indipendenza e l'imparzialità di tale sezione, composta esclusivamente da giudici selezionati dal Consiglio nazionale della magistratura (Krs), i cui membri sono eletti dal Sejm, la camera bassa del Parlamento polacco. La Corte di giustizia europea aveva accolto nel 2020 le richieste dell'Esecutivo Ue, ordinando alla Polonia tra l'altro la sospensione delle attività della sezione disciplinare. Secondo l'Avvocato generale, le cui conclusioni non vincolano la Corte, la normativa polacca si pone in contrasto con il diritto europeo sotto diversi profili, in particolare quello del principio di indipendenza dei giudici.

Lesive di questo principio sono le disposizioni, contestate dalla Commissione, che consentono di qualificare il contenuto delle sentenze come un illecito disciplinare. L'avvocato osserva che "la mera possibilità che procedimenti o provvedimenti disciplinari possano essere intrapresi o adottati nei confronti dei giudici a causa del contenuto delle loro decisioni giudiziarie crea senza dubbio un 'effetto paralizzante' non soltanto sui giudici di cui trattasi, ma anche su altri giudici in futuro, il che è incompatibile con l'indipendenza dei giudici".

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