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Consiglio d'Europa, Paesi Ue responsabili dramma dei migranti nel Mediterraneo

'Attuali politiche e accordi con Libia mettono vite in pericolo'

Consiglio d'Europa, Paesi Ue responsabili dramma dei migranti nel Mediterraneo

Redazione Ansa

STRASBURGO - "Gli Stati Ue devono urgentemente cambiare le loro politiche migratorie nel Mediterraneo, perché quelle attuali mettono in pericolo la vita e il rispetto dei diritti di rifugiati e migranti". E' il monito lanciato da Dunja Mijatovic, commissario dei diritti umani del Consiglio d'Europa, in un rapporto sulla migrazione. "Molte azioni degli Stati sembrano avere lo scopo implicito o esplicito di lasciare il campo libero alla guardia costiera libica perché intercetti le imbarcazioni di migranti", osserva Mijatovic, riferendosi anche agli accordi firmati da Italia e Malta con la Libia, all'operazione Irini e alle azioni contro le ong.

Il rapporto analizza quanto fatto nell'ultimo anno e mezzo dai Paesi per proteggere la vita e i diritti di migranti e rifugiati che attraversano il Mediterraneo, anche a seguito della lista di raccomandazioni su come gestire i flussi migratori pubblicate dalla stessa Mijatovic. "Nonostante qualche piccolo passo avanti, la situazione del rispetto dei diritti umani nel Mediterraneo resta deplorevole", sottolinea la commissaria, osservando che "i naufragi continuano a essere ricorrenti", mentre "il crescente disimpegno navale degli Stati nel Mediterraneo, la crescente ostruzione fatta alle attività di salvataggio delle ong, a cui si aggiungono le decisioni di ritardare lo sbarco e la non assegnazione di un porto sicuro, hanno minato l'integrità del sistema di ricerca e salvataggio".

Tutto questo, prosegue Mijatovic, ha fatto sì che "quasi 20 mila migranti e rifugiati siano stati riportati in Libia" quando esistono "prove evidenti di gravissime violazioni dei diritti umani" in questo Paese. "È arrivato il momento per gli Stati europei di mettere fine a questa vergognosa tragedia", afferma la commissaria, chiedendo agli Stati di ripristinare con urgenza le loro operazioni navali di salvataggio e di mettere fine a tutte le attività che espongono migranti e rifugiati al rischio di dover tornare in Paesi in cui sono violati i loro diritti. I governi europei, aggiunge, dovrebbero poi assicurare lo sbarco veloce e in un porto sicuro alle persone salvate, permettere alle ong di operare e espandere le vie legali offerte a chi vuole raggiungere l'Europa.

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