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Editori europei e Microsoft, sostenere Australia su news a pagamento per Big Tech

Gli eurodeputati, si tuteli giornalismo di qualità. Jourova vede rappresentanti Fb, Google, TikTok, Twitter, YouTube

Facebook blocks Australian users from viewing and sharing news

Redazione Ansa


BRUXELLES - Gli editori europei si uniscono a Microsoft e chiedono l'introduzione anche in Europa di un meccanismo in 'stile Australia' per costringere le Big Tech a pagare i contenuti delle notizie condivise sulle loro piattaforme. Dopo che l'Australia ha aperto la via nei giorni scorsi presentando una legge sul tema, le associazioni degli editori europei (Emma, Enpa, Epc, Nme) e l'azienda informatica fondata da Bill Gates hanno concordato oggi di lavorare insieme a una soluzione per garantire all'industria editoriale una remunerazione equa dei contenuti delle notizie che i giganti del web utilizzano sulle loro piattaforme accrescendo il proprio traffico e gli introiti pubblicitari.

Il meccanismo di arbitrato europeo dovrebbe "considerare il modello stabilito dalla legge australiana, che consente a un collegio arbitrale di stabilire un prezzo equo" per l'uso dei contenuti "sulla base di una valutazione dei benefici derivati ;;da ciascuna parte", nonché "i costi di produzione del contenuto e qualsiasi onere indebito" che imporrebbe un ulteriore costo, si legge in una nota degli editori.

La decisione di Facebook di limitare la visione e la condivisione delle news nazionali e internazionali in Australia in risposta alla proposta di legge del Paese che costringerebbe i colossi del web a pagare per la condivisione delle notizie è "molto dannosa". "L'Australia deve essere sostenuta nella sua lotta" a favore di un'equa remunerazione degli editori. Lo ha detto il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, in audizione alla commissione speciale contro la disinformazione del Parlamento Ue. Della stessa opinione anche gli eurodeputati, che hanno rivolto un appello al commissario e all'intero esecutivo comunitario. "L'Ue - hanno detto - dovrebbe garantire che il giornalismo di qualità sopravviva e che i media continuino ad avere le risorse per indagare e combattere la disinformazione con notizie valide".

Sul fronte disiformazione invece Vera Jourova incontra i rappresentanti di Facebook, Google, TikTok, Twitter e YouTube "Le piattaforme online svolgono un ruolo fondamentale nel nostro dibattito pubblico e devono adottare misure sostanziali per evitare che la disinformazione dannosa e pericolosa, sia interna che straniera, minacci la nostra comune lotta contro il virus, soprattutto quando si tratta di vaccinazioni". Così la vicepresidente della Commissione Ue, responsabile per la Trasparenza ed i Valori, all'incotro in vista della pubblicazione in settimana del report mensile da parte delle piattaforme online che hanno sottoscritto il codice di condotta sulla disinformazione, come disposto dalla comunicazione congiunta del 10 giugno 2020 in merito. "Nonostante l'impegno, i numeri e gli esempi di disinformazione continuano a essere scioccanti", ha aggiunto Jourova che ha spiegato come durante l'incontro si sia convenuto sulla necessità di rafforzare "la cooperazione tra le autorità pubbliche e le piattaforme online per identificare la disinformazione nel migliore dei modi". Domani, si legge nella nota dell'esecutivo comunitario, la vicepresidente della Commissione Ue discuterà la questione al Consiglio Affari generali. 

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