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Eurostat: italiani ultimi in Ue per uso social network

Insieme ai francesi. Italia ultima anche nella fascia giovani

Eurostat: italiani ultimi in Ue per uso social network

Redazione Ansa

BRUXELLES - Gli italiani, tra le popolazioni dei 27 Paesi Ue, sono quelli che mediamente, insieme ai francesi, usano meno i social network (Facebook, Twitter, ecc). Questa l'indicazione che emerge dagli ultimi dati, relativi al 2019, diffusi da Eurostat. In Italia, così come in Francia, le persone nella fascia di età compresa tra i 16 e i 74 anni che hanno un profilo social, postano messaggi o svolgono altre attività sono risultati essere pari al 42% del totale rispetto a una media Ue del 54% (il 57% se si tenesse ancora conto del Regno Unito). Le cose non vanno meglio, dal punto di vista della classifica, guardando ai dati relativi alla sola fascia di età 16-24 anni, i cosiddetti 'nativi digitali'. I giovani italiani attivi sui social sono il 73% del totale, piazzandosi ancora una volta all'ultimo posto tra i 27 dietro ai francesi (74%) e ad oltre dieci punti di distanza dalla media europea (86%).

L'Italia risulta poi al penultimo posto, davanti alla sola Bulgaria, guardando alla quota di quanti usano i social ed hanno un'età compresa tra i 65 e i 74 anni: il 12% (la stessa percentuale registrata in Repubblica Ceca, Grecia, Croazia e Polonia) contro il 9% dei bulgari e il 18% della media Ue. In base ai dati Eurostat, complessivamente i più 'social' tra i 27 sono i danesi, un primato che, si potrebbe dire, non conosce età. Gli abitanti di questo Paese primeggiano infatti sia nel dato complessivo (81%) che in quello relativo agli anziani (51%).Nella fascia 16-24 è invece Cipro ha collocarsi al primo posto (98%) tallonato sempre dalla Danimarca con il 97%. Da segnalare anche la performance del Belgio che risulta secondo nella classifica complessiva con una quota del 76% degli attivi sui social e che si piazza poi nella 'top five' per quanto riguarda i giovani (95%). Particolarmente attivi sui social anche gli anziani belgi (il 42% del totale) un dato che consente al Paese di re Filippo di guadagnare anche in questo caso il secondo posto della classifica Ue.

 

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