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Dalla pesca italiana un modello di integrazione per l'Ue

Progetto Regione Lazio 'Un mare di inclusione' presentato al Pe

Dalla pesca italiana un modello di integrazione per l'Ue

Redazione Ansa

BRUXELLES - La pesca italiana offre un modello di intergrazione sociale da esportare in Europa. A 14 ragazzi, tre italiani e 11 immigrati proventi dal Nord Africa e residenti a Roma e a Ostia, è stata offerta una formazione professionale nel settore della pesca, della cantieristica navale e della sostenibilita' ambientale. Il progetto chiamato Un mare di inclusione' e' stato presentato al Parlamento europeo su iniziativa di Pietro Bartolo eurodeputato nel Gruppo S&D, vice presidente della Commissione per le libertà civili e membro della Commissione pesca. Sono intervenuti anche gli eurodeputati S&D Brando Benifei e Massimigliano Smeriglio.

L'iniziativa è stata realizzata grazie a un partenariato tra la Federazione italiana delle imprese di pesca, l'impresa sociale 'Per Formare', l'Unione italiana di educazione degli adulti, l'Istituto Psicoanalitico per le Ricerche Sociali (IPRS) e il Net European Consulting. Il tutto finanziato con il contributo del Fondo sociale europeo nell'ambito del Programma operativo 2014-2020 della Regione Lazio.

Il progetto ha per obiettivo - come e' stato sottolineato in occasione della sua presentazione - ''la riduzione delle distanze e la lotta alla povertà e al disagio. Quindi, una sfida sociale importante e un modello replicabile anche in altre regioni italiane ed europee, che vede impegnato il comparto della pesca professionale nel sostenere l'occupazione''.

''La pesca italiana - ha detto il presidente di Federpesca Luigi Giannini - non discrimina, anzi, ha bisogno di nuova linfa vitale. E' un settore in declino - ha aggiunto - anche per la difficolta' a reperire personale da imbarcare sui pescherecci, un lavoro di impegno e di sacrificio. Oggi sulle 22mila persone impiegate, 6mila non sono di origine italiana''. Gia' negli anni '70, '80 e '90, ha portato come esempio Giannini, numerosi erano i tunisini imbarcati sui nostri pescherecci. Oggi hanno lascito l'Italia e sono capitani su imbarcazioni tunisine. Guardiamo a loro con grande interesse in una logica di partenariato e di sviluppo di nuove sinergie''. 

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