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Vaccini: Ue-Ocse, incoerenza Italia ha rafforzato no-vax

Andriukaitis, scettici sono ancora molto forti

Vaccini: Ue-Ocse, incoerenza Italia ha rafforzato no-vax

Redazione Ansa

BRUXELLES - La disinformazione e "la scarsa coerenza politica da parte del governo" costituiscono "uno dei fattori che rafforza l'esitazione vaccinale e i movimenti 'no-vax' in Italia". E' quanto si legge nel rapporto sul 'Profilo della sanità 2019' della Commissione europea e dell'Ocse. Nella scheda dedicata all'Italia si affronta l'iter del piano per l'estensione dell'obbligo vaccinale deciso dal governo nel 2017. Decisione "indebolita nel giugno 2018" con la sostituzione del certificato medico sulla situazione vaccinale dei figli da presentare a scuola con l'autocertificazione. "Successivamente si è deciso di ripristinare l'applicazione dell'obbligo", si legge nel documento che conclude: "la scarsa coerenza politica da parte del governo costituisce uno dei fattori che rafforza l'esitazione vaccinale e i movimenti 'no-vax' in Italia".

Nel 2017 e nel 2018, prosegue il documento, la copertura vaccinale tra i bambini ha registrato un lieve aumento, rientrando nuovamente negli obiettivi Oms per difterite, tetano e pertosse, e - per la prima volta dal 2014 - per l'epatite B, ma resta leggermente al di sotto per il morbillo. In particolare, la copertura vaccinale su questa malattia in Italia è al 93%, nell'Ue al 94% e la raccomandazione Oms prevede il 95%.La disinformazione sui vaccini, prosegue il rapporto, incide parzialmente anche sulla copertura vaccinale sull'influenza della popolazione anziana (52%) che, sebbene superiore alla media Ue (44%), è lontana dalle raccomandazioni Oms (75%) ed è in calo da 10 anni.

Al di là dei vaccini, il rapporto conferma le molte luci e ombre del profilo nazionale. L'Italia è il secondo paese in Europa per aspettativa di vita, più alta nelle regioni del Nord. L'obesità degli adulti aumenta sebbene resti comunque sotto la media Ue e la percentuale dei bambini e adolescenti sovrappeso o obesi è alta. Dopo gli anni della crisi, la spesa sanitaria ha ripreso a crescere ma più lentamente rispetto ad altri Paesi Ue. A livello europeo, il rapporto individua una chiara tendenza a dare una maggiore importanza alla prevenzione nei diversi sistemi sanitari nazionali.

Sui vaccini il commissario Ue alla Salute uscente Vytenis Andriukaitis è "soddisfatto per gli sforzi fatti, ma ancora molto preoccupato della situazione". "Il movimento anti-vaccini è ancora molto forte - ha detto ai giornalisti presentando il rapporto State of the Health in the Eu 2019 - e anche molte persone di alto livello di istruzione e anche professionisti del settore medico mostrano di non avere fiducia nei vaccini e nella scienza". Andriukaitis si è occupato del tema già dall'insediamento e negli ultimi cinque anni ha convocato a Bruxelles un vertice mondiale sul tema con l'Oms e ha ottenuto conclusioni del Consiglio Ue con l'avvio di un'azione congiunta da parte dell'Unione. "Ma abbiamo ancora molto da fare per ripristinare la fiducia nella scienza", ha concluso.

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