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Romania rompe fronte europeo, l'ambasciata a Gerusalemme

Ue: 'Nostra posizione non cambia'. Trump firma decreto sul Golan

Vasilica Viorica Dancila, primo ministro della Romania

Redazione Ansa

TEL AVIV - La Romania rompe il fronte europeo e con una mossa non a sorpresa annuncia che trasferirà la propria ambasciata a Gerusalemme, "capitale dello Stato di Israele". Una decisione, nell'aria da tempo, che la premier Viorica Dancila ufficializza a Washington anche se il sigillo spetta al presidente del suo Paese. E lo fa rompendo il fronte europeo proprio mentre la Romania è presidente di turno dell'Ue. Bruxelles, per ora, non entra nel merito e si limita a ribadire che la "nostra posizione non cambia: Gerusalemme deve essere capitale dei due Stati, Israele e Palestina", ribadiscono fonti europee. Per Benyamin Netanyahu arrivato negli Usa, si tratta comunque di un doppio risultato in una sola giornata: oltre all'annuncio di Bucarest arriva infatti anche la notizia che il presidente Donald Trump firmerà oggi il decreto sul riconoscimento della sovranità israeliana sulle Alture del Golan, anticipato nei giorni scorsi.

Il primo ministro romeno, Dancila, sceglie il suo intervento all'assemblea a Washington dell'Aipac, l'associazione bipartisan Usa a favore di Israele, per fare il suo annuncio sullo spostamento dell'ambasciata. Di fronte ad un'assise che martedì assisterà all'intervento del premier israeliano dopo che questi, secondo i programmi, avrà già incontrato due volte Trump alla Casa Bianca dove peraltro dovrebbe avvenire la firma del riconoscimento americano del Golan. Al di là delle formule, il doppio risultato incassato da Netanyahu ha comunque messo le ali - secondo i commenti degli analisti in Israele - al premier nella campagna elettorale per il voto del 9 aprile. E poco conta - secondo gli stessi osservatori - che all'Aipac parlerà anche Benny Gantz, leader del partito 'Blu-Bianco', il maggior rivale di Netanyahu.

"Trump firmerà domani (oggi, ndr) il decreto che riconosce la sovranità israeliana sulle Alture del Golan", ha scritto su twitter il facente funzione da ministro degli affari esteri Yisrael Katz. Poi ha aggiunto che "i legami tra Israele e gli Usa sono più stretti che mai". Con la firma del decreto Trump renderà dunque effettivo l'annuncio di giovedì scorso che ha sollevato le proteste del mondo arabo, della Turchia, della Russia dei palestinesi e dell'Ue secondo cui le Alture "restano Territorio Occupato" da Israele dopo la Guerra dei 6 giorni del 1967. "Parlerò con Trump del Golan e della sua storica dichiarazione", ha detto Netanyahu alla partenza al Ben Gurion ma il discorso non si fermerà lì perchè i temi da affrontare con il presidente Usa sono la "Siria, la pressione continua sull'Iran" e le "ulteriori sanzioni che sono state già imposte e quelle che lo saranno".

All'Aipac Netanyahu potrà così presentarsi con in mano un altro punto politico decisivo, dopo il riconoscimento di Trump su Gerusalemme capitale di Israele. Un punto accresciuto ora dalla decisione di Bucarest: una decisione particolarmente gradita da Israele lontana anni luce dalla politica Ue su Gerusalemme. "Sono contenta di annunciare lo spostamento della nostra ambasciata a Gerusalemme" ha detto la premier Dancila sottolineando che la città "è la capitale dello Stato di Israele". Ma i risultati a favore di Netanyahu non finiscono qui: anche il presidente dell'Honduras Juan Orlando Hernandez, sempre dall'assemblea Aipac, ha annunciato "l'immediata apertura di una sua missione diplomatica", con tutta probabilità un ufficio commerciale. "Una missione - ha detto - che estenderà la nostra ambasciata alla capitale di Israele". Hernandez ha spiegato che il trasferimento definitivo dell'ambasciata da Tel Aviv avverrà non appena Israele aprirà una propria missione a Tegucigalpa. Del resto l'Honduras è stato uno degli 8 paesi a votare contro la Risoluzione Onu di condanna a Trump su Gerusalemme. Romania e Honduras seguono così le scelte di Ungheria (con un ufficio commerciale), Slovacchia (con un Centro per l'informazione, la cultura e l'innovazione) e Repubblica Ceca (con una 'Casa Ceca' in città). E all'orizzonte potrebbe profilarsi la decisione del Brasile il cui presidente Bolsonaro arriverà questa settimana in Israele. Mentre l'Australia ha già riconosciuto Gerusalemme ovest capitale di Israele.

 

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