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Di Maio-Salvini, su migranti primo "scontro" in vista delle Europee

Luigi frena il dissenso, sponda di Fico. Matteo salda asse sovranista

Di Maio-Salvini, su migranti primo "scontro" in vista delle Europee

Redazione Ansa

ROMA - Il primo punta a rinsaldare l'asse sovranista. Il secondo fa un passo di lato rispetto alla narrazione leghista ponendosi tra le destre e i socialisti europei. Sui migranti si consuma il primo scontro "europeo" tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio, in vista del voto di maggio. Uno scontro tutto elettorale, al di là di un "casus belli" - i 49 migranti fermi a largo delle coste maltesi - sul quale, nei giorni scorsi, nessuno dei due vicepremier si era in realtà soffermato. La mossa del leader M5S, con la sponda del premier Giuseppe Conte, per ora non ha prodotto effetti concreti. Ma, sul piano interno, è servita a frenare un dissenso che già sulla protesta dei sindaci sul decreto sicurezza non aveva tardato a farsi sentire. E, a riprova di ciò, sabato mattina arriva il post con cui il presidente della Camera Roberto Fico sostiene appieno la linea del vicepremier. "Un segnale importante, ma ora l'Ue non ci lasci soli", sottolinea Fico che, secondo fonti M5S, ha avuto contatti costanti con Di Maio.

 

C'è poi un altro obiettivo, nella mossa del leader M5S: spezzare l'Opa di Salvini sui migranti "pungendolo" in uno dei temi a lui più cari. Non è un caso, osservano fonti M5S, che il "blitz" di Di Maio sui migranti sia arrivato dopo giorni di attacchi leghisti al M5s - non da parte di Salvini ma da parte di esponenti come il governatore Attilio Fontana - sul tema delle Autonomie (sulle quali in alcune parti del Movimento persistono i dubbi) e sui tagli agli stipendi dei parlamentari tanto voluti dai pentastellati. La chiave di lettura è la 'competition' in vista delle Europee e, prima ancora, delle Regionali. Un'assaggio dello scontro tra i due partiti di governo si avrà infatti il 10 febbraio in Abruzzo, dove in queste ore entrambi i vicepremier si sono recati senza incrociarsi. La Lega, pur all'interno della coalizione di centrodestra, punta a prendere più voti possibili contribuendo in maniera decisiva alla vittoria del candidato Marco Marsilio (di Fdi) che, non a caso, nelle sue tappe abruzzesi Salvini a stento ha nominato.

 

Quanto a Di Maio, sa che è in Abruzzo ad avere maggior chance di vittoria in tutto il pacchetto di Regionali del 2019. Ed è in Abruzzo che con al suo fianco la candidata Sara Marcozzi, rilancia il reddito di cittadinanza sottolineando come la misura sia "concepita solo per gli italiani".

 

Parallelamente è già cominciata la partita per le Europee. Salvini, questa settimana, dovrebbe recarsi in Polonia per firmare un patto con Jaroslaw Kaczyński, leader del partito di Diritto e Giustizia che, con le omologhe formazioni sovraniste di Olanda, Svezia, e Francia, punta a dar vita ad un folto gruppo al Parlamento Ue nel quale Salvini vuole essere decisivo. Non ancora confermato ma possibile è invece un blitz a Bruxelles nei prossimi giorni di Di Maio. Il M5S in Europa mira alla alleanza con partiti di recente formazione, slegati dai sovranisti e dal Pse, ma non ha ancora rinunciato all'asse con i Verdi europei, finora sempre scettici sulla proposta pentastellata. Nel frattempo, i vertici studiano il collage delle candidature: una quota dei capilista dovrebbe essere scelta direttamente da Di Maio e non passare dal voto online, proprio come è accaduto con i collegi uninominali alle Politiche. E, come il 4 marzo scorso, il M5S punta su nomi di "peso" come quelli dei sindaci di Civitavecchia e Livorno Antonio Cozzolino e Filippo Nogarin, a fine mandato e potenziali candidati per Strasburgo.

 

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