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Bonafede a Germania, venga fatta giustizia su caso Thyssen

Ma guardasigilli tedesco ha evidenziato limiti costituzionali

Bonafede a Germania, venga fatta giustizia su caso Thyssen

Redazione Ansa

BRUXELLES - "Alla ministra tedesca ho fatto presente quanto sia importante per noi che giustizia venga fatta sul caso della Thyssen". Così il guardasigilli Alfonso Bonafede dopo aver visto l'omologa tedesca Katarina Barley, con cui ha affrontato la questione dei due manager tedeschi dell'acciaieria, Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz, condannati in via definitiva in Italia ma tuttora liberi a 11 anni dalla strage, e per la giustizia italiana, latitanti.

 

"E' stato un incontro con un'intesa politica su come dovrebbe andare, chiaramente, ci sono i limiti costituzionali, che la ministra ha tenuto ad evidenziare", ha aggiunto Bonafede dopo aver visto l'omologa tedesca Katarina Barley, con cui ha affrontato la questione dei due manager tedeschi della Thyssen. "La ministra era al corrente della situazione, molto sensibile rispetto alla problematica, e dispiaciuta che nell'ambito dei rapporti tra Italia e Germania si sia venuta a creare un problema di questo tipo, e ha concordato che giustizia deve essere fatta", ha spiegato Bonafede, che ha visto Barley a margine del consiglio Giustizia Ue, a Bruxelles. "Chiaramente, in Germania, come in Italia, c'è la separazione dei poteri tra magistratura ed esecutivo e quindi la ministra non può fare alcun tipo di pressione sui magistrati", ha evidenziato.

 

"Barley mi ha detto che il ministro federale del Land competente sta monitorando la situazione e che i magistrati stanno lavorando", ha evidenziato il guardasigilli, sottolineando di aver "già comunicato" l'esito del colloquio "ad una delle mamme degli operai morti nella tragedia" e di essere riuscito ad incontrare l'omologa tedesca a poche ore dalla commemorazione. "E' solo un primo passo di un rapporto diplomatico che vogliamo portare avanti su questo caso. Con la ministra c'è stata sintonia - ha proseguito - naturalmente nei limiti delle sue competenze".

 

Secondo quanto emerso, la sentenza era stata inviata nel 2016 ma i giudici tedeschi hanno chiesto ulteriori integrazioni dei documenti, che sono finiti di arrivare nell'agosto 2018. "L'Italia e questo ci tengo a dirlo - ha aggiunto Bonafede - è stata perfettamente adempiente, ma la richiesta di integrazioni" ha allungato i tempi. "Per noi giustizia dovrebbe essere già stata fatta - ha concluso - ma trovandomi in questa situazione, ho fatto il primo passo che doveva essere fatto, oltre alla vicinanza e alla solidarietà ai familiari delle vittime".

 

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