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Il Parlamento Ue condanna Orban, ora decidono i leader

Via libera all'articolo 7 per le sanzioni all'Ungheria

Il premier ungherese Viktor Orban alla plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo

Redazione Ansa

STRASBURGO - Il Parlamento europeo ha approvato la relazione Sargentini sullo stato di diritto in Ungheria, dando così l'ok all'applicazione dell'articolo 7 dei Trattati, che nella sua fase più avanzata può condurre a sanzioni contro il Paese. A favore hanno votato 448, 197 si sono espressi contro, 48 si sono astenuti, per un totale di 693 votanti. Ora la parola passa al Consiglio europeo, ovvero ai capi di Stato e di governo dell'Unione. E' la prima volta il Parlamento ha adottato tale iniziativa per l'attivazione dell'articolo 7 per una grave minaccia allo Stato di diritto, alla democrazia e ai diritti fondamentali in uno Stato membro, in questo caso l'Ungheria. 

 

Il Partito popolare europeo europeo si è spaccato, con la maggioranza del gruppo che ha votato a favore delle sanzioni a Orban e una minoranza, tra cui Forza Italia, che si è espressa contro. "Se fossi stato un eurodeputato, oggi anche io avrei votato per l'attivazione dell'articolo 7", ha detto il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, che fa parte del Ppe. Solo 59 i voti contrari tra gli eurodeputati del Partito popolare europeo. Il movimento 5 Stelle è stato l'unico all'interno del gruppo (Efdd) a votare in favore delle sanzioni all'Ungheria di Viktor Orban, mentre gli europarlamentari della Lega, insieme a tutti gli altri componenti del gruppo Enf, hanno votato contro.

 

Dura la condanna della Lega. "Le sanzioni contro Orban e l'Ungheria votate dal Parlamento Europeo sono una pagina bruttissima per la democrazia e l'intera Europa", ha commentato la capogruppo del partito al Parlamento Europeo, Mara Bizzotto. "Che una parte consistente del Ppe si sia prestato a questo linciaggio politico contro uno dei suoi leader - ha sottolineato - è sotto gli occhi di tutti: spero che Orban, dopo questo affronto, molli il Ppe ed entri a far parte del nuovo blocco identitario e sovranista che stiamo costruendo in vista delle Europee del 2019". Secondo la Bizzotto, "il voto di oggi crea un precedente pericolosissimo. Dopo l'Ungheria di Orban e la Polonia di Kaczyski e Morawiecki, nei prossimi mesi la sinistra e la Ue metteranno nel mirino anche l'Italia, il nostro governo e il nostro leader Matteo Salvini. Non so se gli amici 5 Stelle abbiano compreso questo rischio". 

 

Il Partito democratico chiede al governo di prendere una posizione chiara. "Oggi il Parlamento europeo ha chiesto di attivare l'articolo 7 dei Trattati per censurare le violazioni dello stato di diritto del premier ungherese Orban e anche il Ppe ha chiarito una volta per tutte da che parte sta, nonostante la vergognosa defezione di Forza Italia", ha affermato la capogruppo del Pd in Europarlamento, Patrizia Toia. "Ora - ha aggiunto - la parola passa al Consiglio Ue e toccherà al Governo italiano chiarire da che parte sta, visto che i leghisti hanno votato a difesa di Orban e i grillini hanno votato contro". 

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