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Corruzione: Consiglio d’Europa, trasparenza è antidoto

Greco valuta misure adottate da Italia nel 2018

Corruzione: Consiglio d’Europa, trasparenza è antidoto

Redazione Ansa

STRASBURGO - "La trasparenza per i parlamentari e i giudici, ma anche per i funzionari e i ministri è un antidoto contro la corruzione. È potente, ma sinora poco utilizzato" afferma all'Ansa Gianluca Esposito, segretario esecutivo del Greco, organo anti corruzione del Consiglio d'Europa, in occasione della pubblicazione del rapporto annuale. Nel documento che fotografa quanto fatto e non da 26 dei 49 Stati membri per rendere i parlamenti e la giustizia meno vulnerabili alla corruzione manca l'Italia, che sarà rivalutata sul suo operato su questi due fronti nel 2018.

 

All'inizio dell'anno scorso il Greco nella sua prima valutazione sulle misure prese dai parlamentari e dai magistrati italiani aveva raccomandato tra l'altro ai primi di dotarsi di un codice di condotta che definisca tutti i comportamenti da assumere e da evitare. "I comportamenti non etici sono uno scivolo estremamente veloce verso la corruzione" afferma Esposito evidenziando che questa è la ragione per cui il Greco chiede a tutti i parlamenti di definire in un unico testo tutte le azioni che devono compiere per assicurare la trasparenza del loro operato. Tra le azioni elencate da Greco c'è quella di dichiarare a inizio mandato il proprio patrimonio, e i propri interessi, come per esempio la collaborazione con una data società o la partecipazione nelle attività di un'organizzazione non profit. Mentre tra i comportamenti da evitare c'è l'accettare doni, fatta eccezione per quelli 'protocollari'.

 

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