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Dublino plaude all'accordo sulla Brexit, 'accolta nostra linea'

Farage deluso, non è ciò per cui abbiamo votato

Leo Varadkar

Redazione Ansa

LONDRA - Il premier dell'Irlanda, Leo Varadkar, canta vittoria dopo l'accordo preliminare del negoziato sulla Brexit annunciato a Bruxelles: "abbiamo conseguito tutto quello che miravamo a conseguire", twitta stamane, pur avvertendo che "non si tratta della fine" del processo negoziale, bensì "della fine dell'inizio". Soddisfazione, dalla trincea opposta, pure per gli unionisti nordirlandesi del Dup, alleati del governo conservatore britannico di Theresa May, che lunedì avevano fatto saltare una prima bozza d'intesa.

 

Rispetto a quel testo sono stati fatti "progressi sostanziali", commenta ora la leader del Dup, Arlene Fostere. Innanzi tutto - nota - "non c'é più il cosiddetto 'status speciale' per l'Irlanda del Nord" invocato dai repubblicani. Inoltre é garantito che "l'Irlanda del Nord non sarà separata costituzionalmente, politicamente, economicamente o normativamente dal resto del Regno Unito"; che ne seguirà la sorte dopo la Brexit; e che non vi saranno barriere commerciali fra l'Ulster e "l'intero mercato interno" britannico.

 

Agli indipendentisti scozzesi non basta - "Bene il passaggio alla fase 2, ma il diavolo è nei dettagli". Cautela tendente al pessimismo nella reazione della leader indipendentista scozzese e first minister del governo locale di Edimburgo, Nicola Sturgeon, di fronte all'annuncio dell'accordo preliminare di Bruxelles sulla Brexit. Accordo che a suo giudizio non basta. "Se la Brexit deve accadere (cosa che desideravo non fosse), l'unica opzione sensata è restare nel mercato unico e nell'Unione doganale", scrive Sturgeon su Twitter, aggiungendo che qualsiasi "intesa speciale per l'Irlanda del Nord deve valere per le altre nazioni del Regno Unito" e tornando a polemizzare con il governo di Londra sulla legittimità delle ambizioni secessioniste della Scozia. 

 

Farage deluso, non è la Brexit per cui abbiamo votato - "Questa non è la Brexit, non abbiamo votato per lasciare l'Ue mentre la premier concede giurisdizione a una corte straniera per molti anni a venire". E' netta e fuori dal coro la condanna dell'accordo di Bruxelles di Nigel Farage, il tribuno euroscettico britannico che già promette battaglia "alle prossime elezioni politiche". Per Farage, l'intesa serve solo a salvare la poltrona di Theresa May, che porterà il Paese verso "una nuova tappa dell'umiliazione". E di fatto rinvia "la Brexit almeno fino al 2021", dopo la possibile transizione.

 

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