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Ema: Gentiloni, Milano ha buone carte, noi in pressing

Premier sui migranti, cambiare Dublino ma non in peggio

Paolo Gentiloni

Redazione Ansa

"Milano ha delle buone carte da giocare e ne esce bene, perché ci hanno lavorato tutti, governo Farnesina, dopodiché ci sarà la votazione. Noi stiamo facendo un pressing diplomatico notevole. Anche perché la nostra industria farmaceutica ha una sua forza. L'agenzia italiana del farmaco ha una sua qualità riconosciuta internazionalmente". Così il premier Paolo Gentiloni al termine del vertice Ue a Bruxelles sulla futura sede dell'Ema.

 

Gentiloni, a vertice passi avanti, sia pur limitati - "Credo che, su alcune delle materie di maggiore interesse per la Ue e per il nostro paese è stato un Consiglio Europeo che fa fare dei, sia pur limitati, passi in avanti". Lo ha detto il premier Paolo Gentiloni al termine del vertice europeo.

 

Migranti: Gentiloni, ora Italia vista come esemplare - "Sono abbastanza colpito e soddisfatto e orgoglioso del fatto che il nostro Paese che era per un certo periodo al centro di diverse contestazioni, polemiche e accuse, in modo sempre più evidente ha cambiato completamente funzione. Oggi l'Italia viene vista come un Paese che ha dato una risposta esemplare nei confronti dei trafficanti di esseri umani, che ha ottenuto risposte importanti e che deve essere sostenuta su piano politico e finanziario": lo ha detto il premier Paolo Gentiloni al termine del vertice Ue.

 

Gentiloni, cambiare Dublino, ma non in peggio - "E' chiaro che dobbiamo cambiare gli accordi di Dublino, ma non li dobbiamo cambiare in peggio". Lo ha detto il premier Paolo Gentiloni al termine del vertice europeo, sottolineando che "la cosa più importante" da cambiare nella politica sui migranti è "il concetto che l'onere gravi tutto sui paesi di primo arrivo. Non possiamo immaginare che invece ci si concentri nella sigillatura dei confini interni dei paesi che non hanno confini marittimi. Se questo fosse il rinnovamento di Dublino, anche no: potremmo farne a meno". 

 

Rispondendo ai giornalisti che chiedevano una valutazione dell'importanza del voto del Parlamento europeo sulla riforma, Gentiloni ha osservato: "Ciò che ha deciso la Commissione Libertà civili è un'ottimo contributo, un passo avanti. E si inserisce in una discussione che va avanti tra gli sherpa da qualche mese". "Credo - ha proseguito il premier - che l'Italia si sia guadagnata non dico il diritto non all'ultima parola, perché non esiste una 'ultima parola' in una comunità complessa come la Ue, ma ad una opinione determinante. E l'opinione è che c'è molto da cambiare, di cui la cosa più importante è il concetto che l'onere gravi tutto sui paesi di primo arrivo". "Non possiamo immaginare - ha argomentato Gentiloni - che invece non ci si ponga il problema della dimensione esterna e ci si concentri sulla sigillatura dei confini interni dei paesi che non hanno confini marittimi. Se questo fosse il rinnovamento di Dublino, anche no: potremmo farne a meno". L'Italia quindi "continua a lavora per un cambiamento di Dublino che si ponga obiettivi realistici, andare verso una maggiore uniformità del diritto d'asilo che crea disfunzioni e problemi, che ora è molto diverso da paese a paese, e condividere la responsabilità dell'accoglienza". "C'è una discussione che se la definisse sull'orlo di essere conclusa sarei leggermente ottimista... C'è una discussione aperta, ma vorrei fosse molto chiaro che mentre a Bruxelles si discute, noi italiani abbiamo ottenuto qualche risultato".

 

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