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D'Alema, mio addio alla Feps operazione imposta dall'esterno

'Avrei comunque lasciato. Mossa politica e pesante violazione'

Massimo D'Alema

Redazione Ansa

BRUXELLES - Il passaggio di consegne al vertice della Feps, la fondazione che riunisce le fondazioni socialiste europee, con il presidente Massimo D'Alema che ha dovuto cedere il posto all'eurodeputata socialista portoghese Maria Joao Rodrigues "è stata un'imposizione politica arrivata dall'esterno". E' quanto denuncia lo stesso D'Alema interpellato dall'ANSA a margine di un evento a Bruxelles. "Che io lasciassi la presidenza era normale, avevo già annunciato che non mi sarei ricandidato - ha aggiunto -. Ho ricoperto questo ruolo per sette anni, un record assoluto. Il problema è stato il modo: c'è stata un'operazione imposta dal partito, dall'esterno, e questa è una pesante violazione dell'indipendenza culturale della Feps".

 

D'Alema ha anche colto l'occasione per evidenziare che, se la ricetta della sinistra in Italia è puntare al centro "visti i risultati alle amministrative mi pare disastrosa". "Penso che se noi vogliamo evitare una drammatica crisi della sinistra in Europa - ha detto - la sinistra deve tornare a rappresentare i suoi valori e le forze sociali del mondo del lavoro. Solo una sinistra che si batte contro le diseguaglianze e contro la povertà può tornare a vincere". Guardiamo l'esempio britannico - ha aggiunto -. Qualcuno aveva definito Corbyn rappresentante di una sinistra vecchia e superata, invece hanno preso il 40%. Non ho sentito autocritiche dai commentatori, ma il mondo è pieno di persone che non hanno capito niente e fanno finta di avere capito tutto".

 

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