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Brexit: tra i problemi anche il passaporto per cani e gatti

Oltre 250mila viaggi all'anno da Ue a Gran Bretagna

Brexit: tra i problemi anche il passaporto per cani e gatti

Redazione Ansa

BRUXELLES - C'è anche la questione del 'passaporto' per gli animali domestici, nelle infinite pieghe del negoziato tra Ue e Regno Unito per la Brexit. Il presidente di turno della Ue, il premier maltese Joseph Muscat, ne ha parlato durante il 'Dialogo con i cittadini' alla Valletta, riferendo che la Commissione europea era tanto preparata al negoziato, che il capo negoziatore Michel Barnier in un colloquio gli aveva indicato di avere i dati su "250.000 cani e gatti che ogni anno" attraversano la frontiera tra Ue e Gran Bretagna. "Il tema della libera circolazione dei cani e dei gatti è una questione che naturalmente è della massima importanza, non solo per l'Unione europea ma a livello globale..." ha detto il portavoce della Commissione, Alexander Wittenstein, rispondendo con un pizzico di 'humour' a chi chiedeva se la Commissione tenesse in conto anche di questo problema. Che comunque, hanno confermato fonti della Commissione, effettivamente esiste. Attualmente la Gran Bretagna ha già un regolamento speciale per l'importazione degli animali domestici, che nel resto della Ue possono seguire i loro proprietari senza particolari restrizioni se dotati appunto del cosiddetto 'pet passport', che implica l'applicazione di un chip sottocutaneo. 

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