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Migranti: Ungheria, Italia ci ricatta. Austria verso chiusura

Avramopoulos, 6000 da ricollocare da Italia. Malta, non ci siamo

Migranti: Ungheria, Italia ci ricatta. Austria verso chiusura

Redazione Ansa

BRUXELLES - ''L'Italia ci ha ricattati e continua a farlo facendo pressione politica su di noi e sul resto dei Paesi dell'Europa centro-orientale''. Lo ha detto il portavoce del governo ungherese, Zoltan Kovacs, a Roma durante un incontro informale con alcuni media italiani, facendo riferimento alla ricollocazione dei migranti legata all'approvazione del bilancio Ue. ''Il governo Renzi - ha sottolineato Kovacs - ci dava lezioni su come applicare regole e rispetto dei valori Ue''. Oggi, ha aggiunto il portavoce dell'esecutivo guidato da Viktor Orban riferendosi al duro scontro dei mesi passati tra Roma e Budapest in merito alla ricollocazione dei migranti e alla minaccia italiana di utilizzare il diritto di veto sull'approvazione dei bilanci Ue, ''le cose non sono cambiate. Le pressioni politiche proseguono. Ma questa non è la strada giusta''.

 

Intanto Vienna potrebbe varare già domani il ritiro dal piano di ricollocamenti deciso dalla Ue. La proposta del ministro della Difesa Hanz Doskozil (socialdemocratici) è stata accolta dal ministro degli interni Wolfgag Sobotka (popolari). Secondo il ministro della Difesa, l'Austria ha "più che rispettato" gli obblighi europei. Vienna giustifica la decisione con il fatto di aver accolto negli ultimi due anni in proporzione "molto più domande d'asilo dell'Italia, ovvero 4.587 contro 1.998 domande per un milione di abitanti". Il ministro ha inoltre evidenziato che "i profughi che in realtà dovrebbero trovarsi in Italia hanno presentato domanda d'asilo in Austria", ribadendo il fenomeno dell'ingresso "illegale" di profughi dall'Italia verso l'Austria. Doskozil ha anche sottolineato che l'accordo terminerebbe comunque a settembre e che "l'Austria è uno dei paesi che porta maggior peso" nella questione dei flussi migratori. "Abbiamo fatto a sufficienza la nostra parte nella gestione umanitaria", ha aggiunto. Il governo potrebbe varare già domani quello che - come è stato ribadito - "non è un'uscita dall'accordo Ue, perché l'Austria, visto gli impegni già presi, non sarebbe neanche più tenuta ad accogliere ulteriori profughi".

 

"Sono 6000 i richiedenti asilo registrati in Italia e candidabili ai ricollocamenti, mentre quelli che possono essere ridistribuiti dalla Grecia sono 20mila". Così il commissario Ue alla Migrazione Dimitris Avramopoulos alla conferenza stampa al termine del consiglio dei ministri dell'Interno europei, specificando "che il numero può ancora aumentare". "Non ci sono più scuse. Gli Stati membri devono attuare la politica dei ricollocamenti e con la primavera non c'è tempo da perdere", ha detto Avramopoulos, spiegando che deve essere raggiunto "l'obiettivo mensile di 3000 trasferimenti dalla Grecia e 1500 dall'Italia". Sulla riforma di Dublino "l'intenzione è quella di trovare un compromesso per la fine della nostra presidenza. Facciamo del nostro meglio per riuscirci, ma sta anche agli Stati membri". Così il ministro dell'Interno maltese Carmelo Abela al termine dei lavori del consiglio Ue. Sulla "solidarietà non ci siamo ancora" avverte Abela, ricordando che la presidenza sta cercando di costruire il consenso attraverso consultazioni bilaterali con i Paesi.

 

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