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Corte Ue, risarcimenti protesi mammarie in base leggi Paesi

Indennizzi per danni solo a seconda di legislazione nazionale

Redazione Ansa

BRUXELLES - La responsabilità dei certificatori di qualità delle protesi mammarie nei confronti delle donne che se le fanno impiantare dipende dal diritto nazionale. E' quanto ha stabilito la Corte Ue in merito alla causa intentata in Germania da una signora tedesca alla società di certificazione Tuev Rheinland, che aveva dichiarato conforme alle norme CE le protesi prodotte in Francia che questa si era fatta impiantare. La donna aveva chiesto un indennizzo di 40mila euro alla Tuev per danni morali. Per i giudici di Lussemburgo, invece, un organismo notificato come Tuev "non è tenuto, in via generale, ad effettuare ispezioni impreviste, a controllare i dispositivi e/o ad esaminare la documentazione commerciale del fabbricante" anche se, "in presenza di indizi" di non conformità questo "deve adottare tutte le misure necessarie al fine di rispettare gli obblighi" imposti dalla direttiva Ue in materia. E anche se l'intervento dell'organismo che certifica la conformità delle protesi è volto a proteggere i destinatari finali dei dispositivi medici, "fanno parte del diritto nazionale le condizioni in cui può insorgere la responsabilità" nei confronti delle donne danneggiate "per il colpevole inadempimento degli obblighi posti a suo carico dalla direttiva".

 

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