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Sanità: curarsi nell'Ue, per l'Italia numeri ancora bassi

Commissione, poco note le norme sui rimborsi transfrontalieri

Sanità: curarsi nell'Ue, per l'Italia numeri ancora bassi

Redazione Ansa

BRUXELLES - Scegliere di curarsi in un altro Stato dell'Unione europea per poi farsi rimborsare in Italia la prestazione: una possibilità prevista dalle norme comunitarie, utile per accedere a cure non disponibili in patria, ma ancora poco utilizzata dai cittadini: si parla di poche decine di persone che ne hanno usufruito nel 2015 nel nostro Paese. A delineare il quadro è un rapporto della Commissione europea. La direttiva 2011/24/EU che regola le cosiddette cure transfrontaliere è stata recepita in Italia il 5 aprile 2014. L'anno successivo la maggior parte degli Stati membri dell'Ue ha ricevuto meno di 100 richieste di autorizzazione preventiva. L'Italia è appena sopra la media: 194 richieste, di cui 73 accolte. La maggior parte, 37, riguardavano cure in Germania.

 

Numeri ancora più bassi in senso inverso: appena 5 stranieri rimborsati dopo aver chiesto di curarsi in Italia nel 2015. Il numero più alto di richieste preventive è stato in Lussemburgo, 334, il più basso in Ungheria e Malta, una domanda. Cifre basse quasi per tutti anche per le richieste di rimborso non preventive, vale a dire presentate solo dopo avere ricevuto una cura medica in un altro Paese Ue. In Italia sono state appena 127. Con un'eccezione: Belgio e Danimarca hanno ricevuto oltre 30 mila richieste di rimborso. La maggior parte delle richieste hanno riguardato cure in Germania e Spagna.

 

All'origine di questi numeri, spiega il commissario europeo per la Salute, Vytenis Andriukaitis, c'è una bassa consapevolezza di questi strumenti da parte dei cittadini ma anche altri problemi, differenziati da Stato a Stato: dai rimborsi troppo bassi alla burocrazia, al mancato coordinamento tra i Paesi. "La commissione europea è impegnata per aiutare gli Stati in tal senso - dice Andriukaitis -. In questo periodo difficile in cui l'euroscetticismo è in crescita, dobbiamo essere più vicini ai cittadini e questo strumento va in questa direzione: mostra cosa può fare la solidarietà per le persone".

 

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