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Grecia, atteso ok Eurogruppo ad aiuti. Resta nodo debito

Dijsselbloem, no avanti senza Fmi. Padoan, serve pacchetto globale

Grecia, atteso ok Eurogruppo ad aiuti. Resta nodo debito

Redazione Ansa

BRUXELLES - Per la prima volta dall'avvio del terzo salvataggio l'Eurogruppo non ha nulla da rimproverare o da chiedere alla Grecia. Non è più Atene causa del suo male perché, esaudite tutte le richieste dei creditori, si è guadagnata l'ok alla seconda tranche di aiuti da 10 miliardi circa. Il problema da risolvere è ora il conflitto tra le istituzioni, in particolare tra l'Eurogruppo e il Fondo monetario internazionale che non riescono a trovare un'intesa sull'alleggerimento del debito, necessaria per tenere il Fondo nel programma e quindi rassicurare gli europei sul fatto che non dovranno aumentare il loro contributo. I ministri, in quella che si preannuncia una riunione fiume, provano a trovare un'intesa scongiurando l'ipotesi di altre riunioni straordinarie.

 

Le differenze di vedute tra l'istituzione di Washington e quella europea si sono sentite fin dalla firma dell'accordo la scorsa estate. Il Fmi chiarì subito che sarebbe entrato nel programma soltanto quando l'Ue avrebbe affrontato il tabù della ristrutturazione del debito ellenico, troppo elevato per mandare avanti un programma di assistenza credibile. Le ultime proiezioni del Fmi vedono il debito greco schizzare al 250% del pil nel 2060, un dato che impedisce al Fondo di imbarcarsi nell'impresa. Anche il target sul surplus fissato dagli europei (3,5%) è molto contestato: "Irrealistico", lo ha definito ancora una volta nell'analisi di due giorni fa.

 

La distanza con l'Ue è dunque ancora difficile da colmare, ma i ministri puntano comunque ad un accordo complessivo "di principio", come lo ha definito il ministro irlandese, che consenta sia di sbloccare la seconda tranche di aiuti che di venire a patti con il Fmi. Dandogli delle rassicurazioni sulla ristrutturazione del debito, magari individuando una 'road map' più precisa sulle misure di 'alleggerimento' del passivo di Stato che si va gonfiando sempre di più con l'aumentare dei prestiti. Ma per entrare a far parte del programma di aiuti, sbloccando quindi il suo contributo, il Fondo vuole qualcosa di più. Vorrebbe almeno un'immediata estensione delle scadenze. Una mossa che la Germania e i suoi alleati come la Finlandia non sembrano ancora disposti a fare. Arrivando ad accarezzare l'ipotesi di 'scaricare' il Fondo. La sua partecipazione "non deve avvenire a tutti i costi", ha detto il ministro finlandese delle finanze Alexander Stubb, mentre il collega Schaeuble escludeva di andare avanti senza. Un gioco delle parti per sondare il tenore delle reazioni.

 

Ma la maggioranza la pensa in un altro modo: "Non è un'opzione andare avanti nel programma greco senza l'Fmi", ha detto il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, spiegando che l'obiettivo dei ministri è "raggiungere un accordo con il Fondo monetario". Per questo sono disposti a considerare la questione del debito, trovando un modo per aiutare Atene ad onorarlo "nei prossimi anni" se non dovesse farcela da sola. La speranza è che si giunga a "un pacchetto complessivo", come auspicato dal ministro Pier Carlo Padoan, che esprime un "sereno ottimismo" per la riunione. Ammettendo, però, che la discussione è "complessa" e ricca di sfaccettature. In ogni caso, secondo Padoan, "vanno riconosciuti gli sforzi di riforma da parte dei Paesi e va fatto di tutto affinché l'economia greca possa tornare sui mercati e finanziarsi da sola e non solo col sostegno degli altri Paesi".

 

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