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Ue: 11 Paesi contro riforma direttiva lavoratori distaccati

Pittella, Commissione non ritiri proposta lotta dumping sociale

Ue: 11 Paesi contro riforma direttiva lavoratori distaccati

Redazione Ansa

BRUXELLES - Undici stati membri si oppongono alla proposta di revisione della direttiva sul distacco dei lavoratori, che mira a contrastare il dumping sociale all'interno dell'Ue assicurando uguale retribuzione per servizi forniti nello stesso Paese. "La Commissione europea mantenga la sua proposta", ha chiesto il leader S&D Gianni Pittella, "la revisione della direttiva è fondamentale per proteggere i lavoratori distaccati".

 

A mettersi di traverso Estonia, Ungheria, Slovacchia, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Lettonia, Lituania, Polonia e Romania, che si sono avvalsi del sistema del cosiddetto 'cartellino giallo' per bloccare la proposta di riforma in base a un suo presunto non rispetto dei requisiti di 'sussidiarietà e proporzionalità'. I parlamenti nazionali degli 11 hanno motivi opposti alla base della loro posizione contraria: da una parte ci sono i Paesi dell'Est come la Polonia, da cui provengono la maggior parte dei lavoratori distaccati. Dall'altra, invece, ci sono stati come la Danimarca che giudicano insufficienti le nuove misure proposte dalla Commissione Ue.

 

L'obiettivo della nuova legislazione è impedire che ci siano differenze di remunerazione tra lavoratori locali e distaccati. Attualmente, infatti, vi sono casi in cui c'è uno scarto tra i salari che può arrivare sino al 50%. In sostanza, se un'azienda polacca invia i suoi dipendenti in Italia, questi dovrebbero essere remunerati secondo i criteri salariali e sociali italiani. Bruxelles è ora obbligata, in base alla procedura del 'cartellino giallo', a rivedere la sua proposta e a decidere pubblicamente se mantenerla, emendarla o ritirarla.

 

"Il gruppo S&D rivolge alla Commissione un appello a mantenere la sua proposta, nonostante la procedura attivata", ha dichiarato il presidente del gruppo S&D al Parlamento europeo. "Questa proposta non deve essere indebolita né ritirata", ha nesso in guardia Pittella, in quanto "riguarda migliaia di lavoratori distaccati i cui diritti fondamentali possono essere difesi solo con una soluzione europea alla questione". Proprio la riforma della vecchia direttiva Ue del 1996 è stato uno dei punti programmatici chiave dell'appoggio del gruppo socialista alla nomina del popolare Jean-Claude Juncker alla presidenza della Commissione Ue.

 

"Condividiamo le preoccupazioni di questi parlamenti nazionali", ha dichiarato il direttore della Confindustria europea, BusinessEurope, in quanto "cambiare la legislazione porterebbe nuova incertezza per le imprese in Europa, oltre ad aprire un altro dibattito divisivo in seno agli stati membri". Da qui la richiesta alla Commissione Ue da parte dell'organizzazione presieduta da Emma Marcegaglia a "concentrarsi nella lotta alle pratiche illegali con l'attuazione delle regole esistenti" e a "ritirare la sua proposta".

 

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