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Media: Consiglio d'Europa, no uso diffamazione come bavaglio

Richiamo del segretario generale, 'preoccupante tendenza'

Redazione Ansa

STRASBURGO, 2 MAG - "I 47 Stati membri del Consiglio d'Europa devono garantire che le leggi nazionali sulla diffamazione non spingano i media all'autocensura e non indeboliscano il dibattito pubblico". Il richiamo è del segretario generale dell'organizzazione paneuropea, Thorbjorn Jagland, alla vigilia della Giornata mondiale della libertà di stampa.

"Stiamo assistendo a una preoccupante tendenza di alcuni governi ad utilizzare i processi per diffamazione a fini politici, ad applicare in modo arbitrario le leggi sulla diffamazione, e a tentativi di invertire le riforme per la depenalizzare del reato di diffamazione" dichiara Jagland.

"Al momento di elaborare o di modificare le leggi, i governi devono tenere conto del fatto che la Corte europea dei diritti umani ha sottolineato che le condanne al carcere sono compatibili con la Convenzione soltanto in casi estremamente eccezionali, in particolare quando c'è stata violazione di altri diritti fondamentali, ad esempio nel caso di discorsi di incitamento all'odio o alla violenza" afferma il segretario generale. "È inoltre essenziale che le sanzioni previste nel diritto civile per la diffamazione siano proporzionate e non possano essere utilizzate in modo abusivo per imbavagliare i mass media" sottolinea Jagland. 

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