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Piano Ue su Iva, per ebook scenderà a livello libri

Flessibilità aliquote e lotta frodi tra pilastri riforma

Piano Ue su Iva, per ebook scenderà a livello libri

Redazione Ansa

BRUXELLES - Per la Commissione europea è arrivato il momento di riformare l'Iva, visto che l'attuale sistema è troppo vecchio per stare al passo con l'economia digitale, troppo vulnerabile alle frodi e costringe gli Stati a violare le regole se vogliono un po' di margine sulle aliquote. Ma quello di oggi è solo l'annuncio della 'rivoluzione' che si dovrà definire nei prossimi mesi, per arrivare a una proposta legislativa da presentare entro fine anno. Assieme a quella sulla riduzione dell'Iva sugli ebook e riviste digitali, chiesta a gran voce anche dall'Italia, che sarà equiparata a quella su libri e riviste cartacei. Il piano parte dall'esigenza di modernizzare il sistema Iva attuale, che risale al 1993 e non è adeguato all'economia digitale e mobile.

 

"L'Iva è una entrata importante per gli Stati, rappresenta il 7% del pil Ue, ma le frodi sottraggono loro 170 miliardi di euro all'anno", ha detto il commissario alla fiscalità Pierre Moscovici. Per questo Bruxelles a breve termine vuole rafforzare la cooperazione amministrativa tra Stati, per monitorare i versamenti della tassa, e nel medio termine propone di cambiare il sistema di riscossione. Sarà prelevata dal Paese di origine della merce, che la trasferirà a quello di destinazione che continua a fissare anche l'aliquota. Oggi, invece, la tassa viene riscossa solo una volta che la merce è stata venduta al consumatore, e spesso non viene versata allo Stato. Il cambio del sistema di riscossione combatterà anche le 'frodi carosello', che avvengono quando una stessa merce viene venduta e ricomprata più volte in più Paesi senza mai versare l'Iva perché le vendite transnazionali sono esentate. Infine, la Commissione si è resa conto che il sistema di aliquote è troppo rigido. In futuro gli Stati avranno quindi più autonomia.

 

Due le opzioni: mantenere quella minima al 15% e rivedere periodicamente la lista di beni e servizi a cui applicare quella ridotta, oppure abolire la lista ma con misure di salvaguardia da concorrenza sleale. Moscovici propende per la seconda, perché vorrebbe che l'Europa non mettesse più bocca su un tema così soggettivo come le tasse. Fino ad oggi l'ha fatto, con paradossi evidenti: i pannolini per bambini non hanno l'Iva ridotta, quelli per adulti sì. Ma in Irlanda e Gran Bretagna sono addirittura esenti. Anche questo cambierà, perché in futuro tutti gli Stati avranno diritto alle esenzioni di cui beneficiano gli altri.

 

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