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F16 belgi contro l'Isis. Ma l'Ue stenta a cooperare

Flop dei ministri. Alfano, così facciamo un regalo ai terroristi

John Kerry, Charles Michel

Redazione Ansa

BRUXELLES - "Non ci faremo intimidire" e "non ci fermeremo fino a quando non avremo eliminato" l'ideologia dell'Isis "da questo mondo". Il segretario di Stato Usa John Kerry è arrivato a Bruxelles, a tre giorni dal duplice attacco terroristico, per portare il suo sostegno al governo di Charles Michel e al Belgio, Paese storico alleato degli americani e in prima linea nella lotta allo Stato islamico. Tanto che lo stesso Michel, proprio in occasione dell' incontro con Kerry, ha annunciato che presto gli F16 dell' aviazione militare belga riprenderanno i loro raid contro l'Isis. Con la possibilità di estendere il loro raggio d'azione fino a colpire le truppe del califfato presenti sul territorio siriano.

 

"Gli Usa - ha assicurato Kerry - sono determinati ad appoggiare il Belgio e tutti gli altri Paesi Ue per affrontare la sfida" del terrorismo, e "continueremo a fornire l'assistenza necessaria alle indagini". Una delegazione dell'Fbi è già giunta a Bruxelles per collaborare con la polizia federale belga. Poiché non solo tra le le vittime delle stragi ci sono due newyorchesi, ma anche perché nella capitale dell'Ue si trova il quartier generale della Nato e qui vive una numerosa delegazione di lobbisti che rappresentano presso le istituzioni europee gli interessi Usa.

 

"E' la collaborazione tra gli Stati dell'Ue" il vero anello debole di quel sistema di intelligence indispensabile per combattere efficacemente il terrorismo di matrice jihadista, come ha messo in luce il commissario Ue per gli affari interni Dimitris Avramopoulos. Lo ha ribadito anche al consiglio straordinario dei ministri della Giustizia e dell'Interno di giovedì sera. "Questi attacchi sono uno shock ma non una sorpresa. Ogni volta ripetiamo impegni, che non servono a niente se non vengono realizzati. I cittadini sono stanchi e impauriti", ha avvertito al termine della riunione Avramopoulos.

 

Dall'incontro sono emerse solidarietà e tante buone intenzioni. Ma su ciò che è più importante - cioè lo scambio delle informazioni di intelligence tra i servizi dei 28 Paesi membri - le proposte arriveranno sul tavolo dei ministri non prima di giugno. Decisamente tempi lunghi visto il ritmo degli attacchi. "Non possiamo considerare che tutto sia come prima", ha sottolineato il ministro dell'Interno Angelino Alfano reduce dall'incontro di Bruxelles.

 

"Non possiamo decidere e poi non realizzare le decisioni perché ciò sarebbe un regalo ai terroristi ed il fallimento dell'Europa". Ad esempio, nonostante sul testo del Pnr - lo scambio dei dati personali dei passeggeri che volano tra Ue e Usa - Commissione, Parlamento e Consiglio Ue si siano trovati d'accordo a dicembre, la direttiva non è ancora stata votata dall'Europarlamento. "Questo provvedimento non può restare bloccato" alla luce dell'emergenza a cui ci troviamo di fronte, ha insistito il francese Bernard Cazeneuve.

 

 

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